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VIGEVANO
21 Gennaio 2025 - 18:03
VIGEVANO - La targa della sua auto ha fatto imbizzarrire l’occhio delle telecamere dei varchi della Ztl fin dalla notte di Capodanno 2024. E da lì al 21 febbraio dello scorso anno è successo per ben 146 volte, per un totale di oltre 15 mila euro in contravvenzioni, comminate per mancato rinnovo del permesso di transito nella zona “proibita”. All’apparenza un caso “disperato”: sembrava si potesse discutere delle contravvenzioni per transito dal varco sbagliato e altre violazioni assortite, ma il mancato rinnovo del permesso pareva essere proprio uno di quei peccati capitali imperdonabili.
E invece no, perchè il Prefetto di Pavia Francesca De Carlini ha capovolto completamente questa convinzione, notificando in questi giorni al cittadino plurimultato (che nel frattempo il permesso l’ha ottenuto), patrocinato dall’avvocato Giovanni Paolo Rabai, l’archiviazione delle contravvenzioni. Il motivo? Il Comune doveva notificare l’annullamento del vecchio permesso. «In sostanza - spiega l’avvocato Rabai - la concessione di un permesso è l’avvio di un procedimento amministrativo che deve essere comunicato personalmente al cittadino, anche e soprattutto in caso di annullamento o revoca».
E, spiega il Prefetto nel suo provvedimento, «non risulta agli atti una comunicazione o notificazione diretta ai titolari, che con l’entrata in vigore del nuovo regolamento Ztl del Comune di Vigevano, vi era “decadenza immediata” di tutti i permessi Ztl vigenti». Per il Prefetto «è validamente applicabile al caso di specie l’esimente soggettiva della “buona fede”, ossia che sussista, ai sensi dell’art. 3 legge 24 novembre 1981, n. 689, una situazione positiva idonea ad ingenerare nell’autore il convincimento della liceità della condotta e tale da superare la presunzione semplice di sussistenza dell’elemento psicologico colposo a carico del destinatario della sanzione». I presupposti dell’esimente indicata sono «identificabili nella titolarità di valida autorizzazione Ztl di natura permanente e, in negativo, nell’assenza di qualsiasi comunicazione o notificazione da parte del Comune: atteso che dall’istruttoria emergono elementi giustificativi per l’accoglimento dello stesso e per la conseguente improcedibilità dell’accertamento sanzionatorio, si dispone l’archiviazione del verbale di accertamento».
A essere cancellate sono state le prime 28 contravvenzioni, per le quali vi erano i tempi per la presentazione del ricorso in Prefettura, mentre le altre 120 sono state impugnate davanti al Giudice di Pace che, proprio da domani (giovedì) inizierà il loro esame. «Naturalmente - dice l’avvocato Rabai - aggiungeremo al fascicolo il provvedimento prefettizio, che riteniamo rafforzi la nostra opposizione». I casi di multe per mancato rinnovo dei permessi non sono comunque moltissimo, una quarantina. La gran parte di quelle impugnate riguarda infatti l’utilizzo di varchi sbagliati per l’ingresso o l’uscita.
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