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ABBIATEGRASSO: OPPOSIZIONI ASTENUTE

Il consiglio comunale ha adottato il nuovo Piano di governo del territorio

Il sindaco Nai: «Momento storico, si interrompe l'ampliamento della città»

Claudio Bressani

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claudio.bressani@ievve.com

06 Febbraio 2025 - 13:00

Il consiglio comunale ha adottato il nuovo Piano di governo del territorio

Il nuovo perimetro urbano circondato dall'anello verde "della Maratona"

La variante generale al Piano di governo del territorio (Pgt), alla quale ha lavorato per quasi due anni una squadra di tecnici esterni guidata dall’architetto Marco Engel, ha superato lunedì sera il primo passaggio in consiglio comunale, l’adozione, con 14 voti favorevoli della maggioranza e 8 astenuti delle minoranze. Nei prossimi giorni gli elaborati saranno pubblicati e lo resteranno per un mese, poi ci sarà un altro mese per le osservazioni che chiunque potrà presentare. L’amministrazione controdedurrà e infine si arriverà al secondo passaggio in consiglio comunale per l’approvazione definitiva, forse prima dell’estate.

«È un momento importante – ha introdotto il sindaco Cesare Nai, che ha sempre tenuto per sè la delega all’urbanistica fin dallo scorso mandato – perché andiamo a sostituire un Pgt vecchio di 14 anni. Le scelte urbanistiche sono politiche, determineranno il futuro della città. È un piano storico: per la prima volta da 150 anni si interrompe l’ampliamento di Abbiategrasso. Questa variante mette il punto finale alla circonferenza della città edificata: più in là non si potrà andare. Il limite d’iniziativa comunale si riduce rispetto al Pgt in vigore per puntare sulla rigenerazione di aree dismesse o degradate. Con la nuova superstrada, la Vigevanese diventerà una traversa interna. Abbiamo introdotto un elemento suggestivo, la previsione di un anello verde ciclopedonale intorno alla città, che abbiamo chiamato “della maratona” perché è lungo 14 chilometri, esattamente un terzo di una maratona. Siamo contornati dalla campagna, una caratteristica che altri comuni non hanno più e che verrà preservata».

L’architetto Marco Engel ha spiegato che nel nuovo Pgt sono riproposti, con una nuova disciplina, 8 ambiti di trasformazione e 4 ambiti di rigenerazione, questi ultimi coincidenti con i due stabilimenti ex Mivar, l’ex Siltal e l’ex Sesi Dabb. «La previsione per i prossimi 10 anni – ha proseguito – è di 3100 abitanti in più, di cui il 40% già insediabili nei piani attuativi vigenti: l’aggiunta è modesta. C’è una rilevante riduzione del perimetro d’iniziativa comunale», che passa da 9.571.535 metri quadri a 8.357.749 (-12,7%), con piccole aggiunte e molto più estese sottrazioni a nord-ovest e soprattutto a sud-est. «Il piano delle regole – ha aggiunto – ha un impianto normativo fortemente semplificato: anche un non tecnico deve essere in grado di capire cosa dice la norma e cosa si può fare su un certo lotto. La superficie agricola e naturale con questo Pgt non solo non diminuisce ma aumenta dello 0,12% (46 mila metri quadri): abbiamo invertito la tendenza».

Da tutti gli esponenti di minoranza intervenuti nel dibattito in consiglio sono arrivate severe critiche all’impostazione del nuovo Piano di governo del territorio, accompagnate per altro da giudizi positivi su qualche aspetto. Poi, al momento del voto, tutti hanno deciso di astenersi: «Permangono criticità – ha motivato Daniel Lacanu, Pd – ma ci sono 60 giorni per fare un percorso e portare proposte migliorative». Gli altri gruppi di minoranza, con Matarazzo, Gorla e Grittini, si sono associati.

Eppure le frecciate non erano mancate: «Facile dirci oggi “consumo di suolo zero” – ha osservato Lacanu – dopo 7 anni in cui avete permesso di tutto e di più. È un Pgt molto conservativo, non guarda avanti. L’amministrazione non ha dato una prospettiva, si è limitata a fare il compitino». «In questa variante – ha aggiunto Adriano Matarazzo – vedo poco di epocale. Auspica un futuro di logistica per l’ex Mivar. La scelta è di consentire ai privati il massimo e chiedere il minimo per la città. È un buon prodotto tecnico con scelte politiche insipienti, pur con qualche luce». Andrea Sfondrini: «Più che un Pgt mi sembra un vecchio piano regolatore in cui scarseggia un’impronta politica per rendere attrattiva la città. Mi sarebbe piaciuto un percorso partecipativo un po’ più ampio».

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