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08 Febbraio 2025 - 10:36
Sarah Toscano alle prove a Sanremo
La cosa bella del festival di Sanremo sono le polemiche, perché ce ne sono sempre, per qualsiasi cosa, da svariate settimane prima. Dalla presenza di rapper chiacchierati, per motivi diversi, come Fedez o Tony Effe fino al ritiro di Emis Killa o alle date scelte, in concomitanza con le partite di Champions League, ce n’è per tutti i gusti. Carlo Conti, il direttore artistico, che doveva quindi scegliere anche le canzoni oltre che presentare la kermesse al teatro Ariston, forse si aspettava anche Annalisa come aiuto-conduttrice. Ma lei avrebbe declinato.
Si comincia martedì 11 febbraio. Cinque serate, come al solito. Nella prima verranno ascoltate tutte le canzoni in gara, e quindi è certamente un bene che siano 29 e non 30 per l’abbandono di Emis Killa. Uno dei principali difetti delle scorse edizioni targate Amdeus non era tanto la qualità media della musica, ma la durata estenuante. Chi voleva vedere tutto, stava su fino oltre alle 2. Siccome sembra che non si possa fare a meno degli ospiti, per la grande apertura dell’edizione numero 75 (tre quarti di secolo!) è stato scelto Jovanotti. Si va avanti poi mercoledì sera con soltanto 15 big che ripropongono i brani oltre a quattro artisti della categoria delle “nuove proposte”, che ritorna. Fuori gara la comparsata di Damiano dei Måneskin. Avanti il 13 febbraio con gli altri cantanti in gara e la finale di due migliori giovani. Venerdì 14, penultima puntata, la serata cover, quella tradizionalmente più briosa dal punto di vista artistico vedrà Topo Gigio (sì, il pupazzo) cantare “Nel blu dipinto di blu” con Lucio Corsi. Infine, spazio alla finalissima del sabato.
La Vigevano “romantica” tifa per Sarah Toscano. La vincitrice di Amici, catapultata in pochi mesi dai banchi di scuola al massimo palcoscenico italiano, si presenta col brano “Amarcord”. La canzone, scritta dall’artista vigevanese con Jacopo Ettorre e Federica Abbate, riprende il capolavoro di Federico Fellini del 1973 anche se il brano «non parla del film», precisa Toscano. Anzi, «rivivo un’esperienza amorosa, faccio le mie considerazioni e vado avanti». «A volte ripercorrere i ricordi fa bene - precisa l’artista, che si autodefinisce nostalgica -, perché fa prendere consapevolezza».
Sarah nella serata cover del venerdì canterà “Be Mine” di Ofenbach con lo stesso duo.
Parte in musica la stagione primaverile del teatro Martinetti di Garlasco, che sabato sera ospiterà lo spettacolo “Aspettando il festival di Sanremo”, a cura dell’associazione “Amici della musica A. Huskovic”, con la direzione del maestro Luigi Bascapè. La serata sarà un vero e proprio viaggio nel festival della canzona italiana, e un’ottima occasione per prepararsi alla “maratona” sanremese (da martedì 11 a sabato 15 febbraio). L’inizio dello spettacolo è previsto per le ore 21,15. I biglietti (15 euro palchi e platea e 10 euro loggione) sono in vendita presso la biblioteca “M. Milani” nei seguenti orari: dalle 9 a mezzogiorno il martedì, giovedì e sabato, dalle 15 alle 18,30 il mercoledì e il giovedì. Per info: 0382-801009.
Lui è un juxebox umano che contiene al suo interno 75 anni di Sanremo. Non è che le canta tutte, ma ha una immensa conoscenza del Festival e terrà un incontro in biblioteca a Mortara, mercoledì 12 febbraio alle 16, all’interno del ciclo di conferenze “Conosci davvero la tua terra?”. Sergio Santini, bancario in pensione 62enne, ha da sempre una passione infinita per la musica italiana. A mettere i gettoni nel juxebox ci penserà Max Di Landro, il vicebibliotecario: nel senso che sarà lui a intervistare Santini in quella carrellata di curiosità che coinvolgerà tutti quelli che vorranno intervenire.
Santini per sei anni è stato l’inviato di Radio Mortara in Liguria. Erano gli anni Novanta, e poi ha continuato ad andarci per conto suo, non può proprio farne a meno… «Nel 91 – ricorda oggi Santini – mi invitò Marko Facchinotti per fare un commento all’interno del Radio Giornale, l’anno dopo mi diedero un registratorino e un sacchetto di gettoni del telefono. Io soggiornai a casa di parenti sul posto, ed ecco l’inviato da Mortara, considerato in sala stampa al pari delle star dei giornali e delle tv nazionali. Un lavoro pioneristico, ma sempre molto ben riuscito. Toto Cutugno preferì farsi intervistare da me che da Italia Uno, perché disse che una radio locale manda la sua canzone invece una tele come quella non gli avrebbe dato spazio. Andrea Mingardi amava Mortara e la Lomellina, per essersi esibito a lungo sia allo Zignago prima che alle Rotonde dopo». Gli aneddoti del “nostro inviato” sono centinaia e i personaggi che cita sono praticamente tutti.
Sergio, chi vince questa edizione? «È dura! Non dico niente. Da una ventina di anni non ci sono più pezzi che lasciano il segno e canzoni che danno grosse emozioni». “Un mortarese a Sanremo”, questo è il titolo dell’incontro, si concluderà con il gioco del TotoSanremo del Civico.17.
È tra più anziani che saliranno sul palco dell’Ariston, è una star internazionale. È amatissimo da generazioni. Classe 1959, Topo Gigio sarà ospite venerdì 14 al Festival di Sanremo nella serata dei duetti con una cover di un anno più vecchia di lui: “Nel blu dipinto di blu”. Quella mitica “Volare” che vinse con Domenico Modugno e Johnny Dorelli nel 1958. Duetterà con Lucio Corsi: 31 anni, debuttante a Sanremo, in gara sul palco del Teatro Ariston con il brano “Volevo essere un duro”.
Topo Gigio creato da Maria Pergo ha avuto per 45 anni la voce di Peppino Marzullo, dal 2010 è doppiato dall’attore Leo Valli. Dal 1987 al 1991 ha lavorato con il pupazzo anche una ben nota mortarese: Edda Negri Mussolini. Figlia del presentatore Nando Pucci Negri e di Annamaria Mussolini, ultimogenita del Duce. Edda negli ultimi anni fa la scrittrice e abita in Oltrepo, ha pubblicato due saggi-diario sulla storia della sua famiglia. Ma prima si occupava come il padre di televisione. Come autrice e conduttrice.
«Ho lavorato quattro anni per la Rai con Topo Gigio – racconta – quando ancora c’era la voce originale e l’animazione della sua vera mamma, la Perego. Io collaboravo nei movimenti del pupazzo e degli elementi di contorno. Lo vestivo prima di registrare. E gli parlavo. Una volta stavamo preparando “Il giro del mondo in 80 giorni” e gli stavo dicendo quanto era bello con quel costumino, è entrato un tecnico e ha visto che non c’era nessuno, mi ha preso per matta, ma non era difficile capire quanto fosse irresistibile il legame che si veniva a creare con un personaggio simile. Era, ed è ancora, una parte di me. La canzone che porteranno è un colosso, è impegnativa, ma Gigio è un grande e riuscirà a stupirci, perché ci metterà sicuramente “del suo”». C’è un piano di rilancio da parte della Rai, infatti prima di Sanremo, Topo Gigio è riapparso allo Zecchino d’oro (il suo programma più famoso) dopo anni di assenza.
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