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Raddoppio linea Milano-Mortara: nessun passo concreto finché manca una volontà politica chiara

Il presidente del comitato dei pendolari Mimoal analizza la situazione e rilancia la soluzione della progettazione selettiva. Il primo passo: incrementare le corse

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09 Marzo 2025 - 18:17

Raddoppio linea Milano-Mortara: nessun passo concreto finché manca una volontà politica chiara

La questione del raddoppio della linea ferroviaria Milano-Mortara continua a essere oggetto di discussione, ma senza passi concreti. I pendolari che ogni giorno utilizzano la tratta si sentono abbandonati dalle istituzioni. Secondo il comitato dei pendolari Mimoal, il nodo principale è la totale assenza di volontà politica. «Inutile scaricare colpe su Rfi chiedendo all'azienda di fare dei lavori, o delle progettazioni, se una linea non è di interesse generale - dichiara il presidente di Mimoal Franco Aggio - Solo in questo ultimo caso Rfi chiede direttamente un finanziamento. Ma non succede per la Milano-Mortara, una linea regionale, per la quale Rfi si attiene alle direttive che vengono proposte». In altre parole, senza una chiara richiesta da parte della Regione, Rfi non darà mai il via alla progettazione del raddoppio.

Il problema del numero di treni

Prima ancora del raddoppio, è necessario prevedere un aumento del numero di corse. Quali sono i presupposti per cui una linea come la nostra possa essere valutata come necessaria di raddoppio? «Deve essere chiaro che servono treni in più. Sappiamo che il programma di esercizio può portare sulla Milano-Mortara sino a 80 (per la verità sarebbero 76) treni, anche se c'è un solo binario. Oggi sono 48», sottolinea Aggio. Solo un incremento delle corse potrebbe quindi giustificare la necessità di un intervento infrastrutturale.

Il raddoppio selettivo: la soluzione ignorata

Un raddoppio integrale della linea tra Abbiategrasso e Mortara avrebbe costi elevatissimi, intorno a 1,5 miliardi di euro. Per questo il comitato dei pendolari da anni propone un raddoppio selettivo, una soluzione meno impattante e più sostenibile economicamente. «Gli unici a battersi per il selettivo siamo noi, questo ridurrebbe i costi. Non solo, sarebbe meglio partire da Mortara verso Vigevano dove molte opere sono già state fatte» spiega Aggio. Tuttavia, la Regione non ha mai sostenuto con convinzione questa proposta.

Il caso della Valtellina

Ciò che aumenta la frustrazione dei pendolari è il trattamento differente riservato ad altre linee regionali. In Valtellina sulla Lecco-Sondrio-Tirano, dove i passeggeri sono circa 18mila al giorno, la Regione avrebbe chiesto a Rfi di far partire un iter di studio per la progettazione selettiva. Risponde al vero? «Sembra di sì, sono notizie che circolano», spiega Aggio. La Milano-Mortara, che registra in media 21mila passeggeri al giorno, non ha avuto lo stesso trattamento. Quella per la linea Lecco-Sondrio-Tirano è simile alla nostra proposta per la Milano-Mortara? «Direi molto simile. Sembra quasi la nostra» aggiunge Aggio.

Un futuro incerto

La sensazione che emerge è quella di un immobilismo politico che penalizza migliaia di pendolari ogni giorno. Perché da noi non fanno il raddoppio selettivo? «Non c'è nessuno che si intesta questa battaglia e noi contiamo troppo pocoSono deluso, peggio ancora di quel che potrebbe sembrare. Il tempo passa inutilmente» conclude Aggio. E, mentre i dibattiti in Regione si susseguono, i viaggiatori continuano a subire disagi senza vedere prospettive concrete di miglioramento.

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