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14 Marzo 2025 - 11:14
Niente addio allo Spid?
Il Governo Meloni sembra aver cambiato strategia rispetto al futuro dello SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale). Dopo un iniziale orientamento verso la graduale dismissione a favore di un sistema unificato con la Carta d'Identità Elettronica (CIE), l'esecutivo ha ora deciso di garantire la continuità del servizio, sbloccando i fondi destinati ai gestori privati e aprendo alla possibilità di una proroga oltre la scadenza prevista per ottobre 2025.
All'inizio del mandato, il Governo aveva manifestato l'intenzione di rivedere il sistema delle identità digitali, valutando l'ipotesi di integrare lo SPID con la CIE per semplificare l'accesso ai servizi digitali della Pubblica Amministrazione. Tuttavia, questa prospettiva aveva sollevato perplessità da parte di aziende, cittadini e istituzioni, preoccupati per il rischio di discontinuità nell'accesso ai servizi online.
La necessità di trovare un equilibrio tra innovazione e stabilità ha spinto il Governo a riconsiderare la propria posizione. Di conseguenza, l'ultimo provvedimento ha previsto lo stanziamento di fondi per rifondere i gestori privati che forniscono il servizio SPID, un passaggio essenziale per garantire la continuità del sistema almeno nel breve-medio termine.
La questione economica è stata un nodo centrale nella discussione sul futuro dello SPID. I gestori privati, tra cui Aruba, InfoCert e Poste Italiane, avevano manifestato difficoltà a sostenere i costi del servizio senza un adeguato riconoscimento economico da parte dello Stato. Il recente provvedimento governativo ha sbloccato i pagamenti arretrati per questi operatori, fornendo un segnale chiaro di sostegno da parte dell'esecutivo.
Grazie a questa decisione, la prosecuzione del servizio è garantita, evitando il rischio di interruzioni che avrebbero potuto creare disagi per milioni di cittadini e imprese che utilizzano lo SPID per accedere ai servizi online della Pubblica Amministrazione e di aziende private aderenti.
Sebbene il Governo abbia preso una direzione più cauta rispetto alla dismissione dello SPID, il dibattito sull'integrazione con la CIE resta aperto. Il ministro per l’Innovazione e la Digitalizzazione ha sottolineato la necessità di una strategia a lungo termine che renda l’identità digitale più efficiente e sicura, senza compromettere l’accessibilità per gli utenti.
Le ipotesi sul tavolo includono un potenziamento della CIE come principale strumento di autenticazione, ma senza un’eliminazione forzata dello SPID, che attualmente conta oltre 35 milioni di utenti in Italia. L'eventuale proroga oltre il 2025 dipenderà anche dai risultati di questa fase transitoria e dalla capacità del sistema di rispondere alle esigenze di cittadini e imprese.
Il dietrofront del Governo Meloni sulla questione SPID evidenzia l’importanza di garantire continuità ai servizi digitali, senza brusche interruzioni che potrebbero danneggiare utenti e imprese. La decisione di rifondere i gestori privati e di non fissare scadenze rigide per la transizione verso un nuovo sistema dimostra un approccio più pragmatico, volto a bilanciare innovazione e stabilità.
Nei prossimi mesi, saranno determinanti le scelte strategiche in materia di identità digitale, in particolare il ruolo che la CIE assumerà nel quadro complessivo. Per il momento, però, gli utenti possono continuare a utilizzare lo SPID con la certezza che il servizio non subirà interruzioni improvvise.
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