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VIGEVANO

Il sindaco Ceffa chiede la scarcerazione

Depositata questa mattina dal legale l'istanza per la revoca degli arresti domiciliari

Bruno Ansani

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bruno.ansani@ievve.com

15 Marzo 2025 - 10:58

Il sindaco Ceffa chiede la scarcerazione

Il sindaco Andrea Ceffa con l'avvocato Luca Angeleri

VIGEVANO - E' stata presentata questa mattina (sabato) la richiesta di scarcerazione per il sindaco (sospeso) Andrea Ceffa, agli arresti domiciliari dal 28 novembre scorso, accusato di corruzione dalla Procura di Pavia. L'istanza di revoca dei domiciliari è stata depositata dal legale di Ceffa, l'avvocato Luca Angeleri. "Alla luce del nuovo assetto di maggioranza al Comune di Vigevano e della chiusura delle indagini da parte della Procura, non esistono più ragioni per mantenere la misura, che appare oggi assurda e meramente atta a comprimere la libertà di Ceffa come persona e come rappresentante delle istituzioni eletto dal popolo", ha commentato stamane il legale. La decisione del Gip sulla revoca o il mantenimento della misura cautelare non tarderà ad arrivare: si può ipotizzare entro la settimana prossima

Ceffa si trova agli arresti domiciliari da tre mesi e mezzo. Gli altri personaggi, tra dirigenti di Asm ed esponenti politici, che erano finiti ai domiciliari sulla base dell’ordinanza emessa dal Gip di Pavia Luigi Riganti sono stati rimessi in libertà, ma dopo le loro dimissioni. Sono l’amministratore unico di Distribuzione gas Vigevano Matteo Ciceri, la consigliera comunale Roberta Giacometti e l’amministratrice unica di Asm Vigevano e Lomellina Veronica Passarella. Mentre Alessandro Gabbi, direttore amministrativo di Asm Vigevano e Lomellina è uscito di scena chiedendo l'aspettativa. Le misure cautelari erano nate dall’accusa di corruzione esercitata dal sindaco Ceffa sulla Giacometti per convincerla a rimanere in consiglio a sostenere la maggioranza. Tutto ruota su una consulenza di 6 mila euro affidata a una collega della Giacometti, ma i cui benefici economici sarebbero ricaduti sulla stessa Giacometti. Atti successivi e conseguenti alla cosiddetta “Congiura di Sant’Andrea” in cui un gruppo di consiglieri comunali aveva tentato di presentare dimissioni contestuali per far cadere sindaco e consiglio comunale. Congiura che poi non è andata in porto e per cui restano indagati in un filone parallelo l’ex europarlamentare Angelo Ciocca e l’imprenditore Alberto Righini.

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