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Nasce a Pavia ESOD, la prima équipe ospedaliera in Italia contro le nuove droghe

Inaugurato presso il Centro Antiveleni dell’IRCCS Maugeri di Pavia, ESOD è il primo servizio ospedaliero in Italia interamente dedicato alle nuove sostanze psicoattive

Annalisa Vella

Email:

annalisa@ievve.com

02 Luglio 2025 - 18:08

Nasce a Pavia ESOD, la prima équipe ospedaliera in Italia contro le nuove droghe

Il Centro Antiveleni IRCCS Maugeri

Il progetto pilota, voluto da Regione Lombardia, punta a creare un modello nazionale per la cura delle dipendenze del futuro.

PAVIA – È stata inaugurata ESOD, la prima Équipe Ospedaliera Specializzata in Dipendenze da nuove droghe in Italia. Un progetto innovativo che prende vita all'interno del Centro Antiveleni dell’IRCCS Maugeri di Pavia, con l'obiettivo di intercettare, analizzare e curare i danni provocati dalle cosiddette nuove sostanze psicoattive (NPS), una galassia di oltre 1.000 composti chimici in continua evoluzione.

A guidare la nuova struttura è il professor Carlo Locatelli, direttore del Centro Antiveleni, che sottolinea:

“ESOD è l’unica équipe in Europa pensata per affrontare questo specifico problema. Non ci sovrapponiamo ai SerD, ma rispondiamo a un vuoto assistenziale con un approccio scientifico, clinico e terapeutico integrato”.

Un problema in rapida crescita

Il fenomeno delle NPS – tra cui catinoni, ketamine e sostanze derivate da funghi allucinogeni come il muscimolo – è in forte espansione. Spesso distribuite in forma ingannevole come cioccolatini o caramelle acquistabili online, queste droghe sono difficili da individuare e ancora più difficili da trattare.

“Il mercato si muove nel dark web – spiega Giancarlo Iannello, direttore sociosanitario di ASST Pavia – e raggiunge anche i centri più piccoli, portando con sé un carico di problematiche sanitarie complesse e ancora poco conosciute”.

Una risposta concreta e multidisciplinare

Il nuovo reparto di ESOD dispone inizialmente di quattro posti letto, riservati a pazienti provenienti dal pronto soccorso, dai reparti psichiatrici e dalle terapie intensive della provincia. Una volta stabilizzati, i pazienti saranno accolti per diagnosi avanzate, indagini sperimentali e trattamenti innovativi.

Il team è formato da medici del Centro Antiveleni, infermieri specializzati, psichiatri di ASST Pavia e specialisti dell’IRCCS Maugeri. Il lavoro spazia dalla ricerca molecolare a quella clinica, con il supporto dei laboratori del Policlinico San Matteo e dell’Università di Pavia.

“Abbiamo due fronti da affrontare – spiega Locatelli –: da una parte la componente psicologica e psichiatrica della dipendenza, dall’altra i danni neurologici che queste sostanze provocano. Vogliamo sviluppare cure basate su dati scientifici e tecnologie avanzate”.

Una sperimentazione destinata a crescere

Regione Lombardia ha creduto fortemente nel progetto, tanto da stanziarvi 6 milioni di euro, con l’intento di replicarlo in futuro anche a Milano, in Brianza e in altre province.

“Intervenire sui giovani è una priorità – ha dichiarato Guido Bertolaso, assessore al Welfare –. ESOD rappresenta un primo passo importante, parte di una legge regionale che vuole affrontare in modo trasversale e integrato il tema delle dipendenze. Questo progetto potrà diventare un modello per l’intero Paese”.

Anche Lorella Cecconami, direttore generale di ATS Pavia, ha sottolineato il valore dell’iniziativa, definendola “un tassello fondamentale per sviluppare percorsi innovativi di cura e reinserimento, soprattutto per i più giovani”.

Un modello pubblico-privato virtuoso

Il progetto ESOD si fonda sulla collaborazione tra istituzioni pubbliche e partner sanitari privati convenzionati, come ha ricordato Luca Damiani, presidente esecutivo Maugeri:

“Questa sinergia tra ospedali, università e territorio ci permette di affrontare un problema sanitario emergente con strumenti all’avanguardia, ma anche di costruire nuove strade per la ricerca e la prevenzione”.

Guardare avanti

L’obiettivo dichiarato è quello di costruire un modello di cura replicabile, capace di adattarsi all’evoluzione rapida delle droghe sintetiche. Ma per farlo, come spiega Locatelli, è necessario procedere con cautela:

“Non esiste ancora un protocollo standard. Dobbiamo osservare, imparare dai pazienti, capire come costruire percorsi efficaci e sostenibili. Ma siamo convinti che ESOD rappresenti l’inizio di una rivoluzione nella lotta contro le nuove dipendenze”.

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