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salute
22 Luglio 2025 - 15:33
Una rivoluzione nella diagnosi della malattia di Parkinson arriva dall’Italia, grazie a uno studio innovativo che unisce Intelligenza Artificiale (AI) e analisi del linguaggio naturale. A guidare la ricerca sono stati l’Istituto Universitario di Studi Superiori (IUSS) di Pavia e l’IRCCS Maugeri di Bari, con un lavoro pubblicato sulla rivista scientifica internazionale npj Parkinson’s Disease del gruppo Nature.
Il punto di partenza è semplice ma geniale: il linguaggio umano riflette i processi cognitivi. Partendo da questa osservazione, il team ha dimostrato come l’analisi automatica del parlato, tramite algoritmi di AI, possa individuare segni precoci del Parkinson prima ancora della comparsa dei sintomi motori.
Il progetto ha coinvolto 40 pazienti, ai quali sono state fatte svolgere attività linguistiche come descrivere immagini o parlare liberamente. Le registrazioni audio sono state poi elaborate con strumenti di Intelligenza Artificiale in grado di identificare variazioni nel linguaggio potenzialmente associate alla malattia.
I numeri parlano chiaro:
77% di accuratezza nell’individuare i pazienti con Parkinson rispetto ai soggetti sani;
Fino all’85% di precisione nella classificazione dei sottogruppi cognitivi;
75% di performance nella distinzione tra i due principali fenotipi cognitivi della malattia (con e senza lieve compromissione cognitiva).
Tra gli indicatori più significativi emersi dallo studio, figurano:
una diminuzione dei verbi d’azione;
una maggiore frequenza di riformulazioni nel discorso;
una ridotta produzione di parole "aperte" come nomi e verbi.
Tutti segnali che rivelano difficoltà nell’accesso lessicale, uno dei possibili sintomi cognitivi iniziali del Parkinson.
Lo studio nasce dalla collaborazione tra il centro di ricerca Ailice Labs dello IUSS di Pavia, il Laboratorio di Neuropsicologia dell’IRCCS Maugeri Bari, e partner internazionali come il Global Brain Health Institute (UCSF) e l’Universidad de San Andrés in Argentina. Coinvolta anche la società DeepTrace Technologies, spin-off accademico specializzato in AI applicata alla medicina.
“Abbiamo dimostrato la fattibilità tecnica dell’analisi del parlato in lingua italiana – spiega Simona Aresta, prima autrice dello studio –. È il primo passo verso strumenti clinici digitali, scalabili e utilizzabili anche a distanza”.
Secondo il professor Christian Salvatore, docente allo IUSS e direttore di Ailice Labs, “si tratta di un esempio concreto di tecnologia traslazionale, creata in ambito accademico ma pronta per essere applicata nella pratica clinica”. Il sistema sviluppato è modulare, spiegabile e adattabile, e può essere utilizzato anche per altre malattie neurologiche.
Il team di ricerca è ora impegnato nell’ampliamento del campione clinico per consolidare i risultati ottenuti. In parallelo, si lavora allo sviluppo di strumenti diagnostici digitali “explainable” e multilingua, pensati per l’uso in contesti clinici internazionali e per garantire massima trasparenza nell’interpretazione dei dati.
Questa tecnologia non solo potrebbe rivoluzionare la diagnosi precoce del Parkinson, ma si propone anche come strumento di monitoraggio continuo dell’evoluzione della malattia e della risposta alle terapie farmacologiche.
L’Intelligenza Artificiale, in questo contesto, non sostituisce lo specialista, ma si configura come un alleato prezioso e affidabile nella cura delle malattie neurodegenerative.
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