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CASSOLNOVO

Quando la semina in sommersione salva gli uccelli: il caso virtuoso di Cassolnovo

Alleanza tra agricoltori e Parco del Ticino: cento nidi di Cavaliere d’Italia protetti nelle risaie

Mario Pacali

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mario.pacali@ievve.com

01 Agosto 2025 - 11:45

Quando la semina in sommersione salva gli uccelli: il caso virtuoso di Cassolnovo

Un esemplare di Cavaliere d'Italia in una risaia a Cassolnovo (foto Mattia Nocciola)

Nelle risaie di Cassolnovo, dove si coltiva riso con la tradizionale tecnica in sommersione, è accaduto qualcosa di speciale: circa cento coppie di Cavalieri d’Italia, eleganti uccelli acquatici protetti in Italia, hanno scelto questi campi allagati come sito di nidificazione.  Il Cavaliere d’Italia (Himantopus himantopus) è un uccello acquatico inconfondibile per il piumaggio bianco e nero, il becco e le zampe lunghe e sottili e i movimenti agili. Coraggioso difensore del proprio territorio, abita zone umide, ambienti paludosi e aree salmastre dove si nutre di insetti, crostacei e altri invertebrati. In primavera, a partire dal mese di aprile, nidifica in questi ambienti acquatici edificando nidi a terra che appaiono come piccoli cumuli di fango e residui vegetali. E’ una specie migratrice che sverna in Africa e che In Italia è particolarmente protetta.

La scoperta è avvenuta grazie ai Guardiaparco del Parco Lombardo della Valle del Ticino, Massimo Balocco e Francesca Bocca, che hanno avviato un monitoraggio con il supporto dell’ornitologo Fabio Casale. La convivenza tra attività agricola e nidificazione non era scontata: le lavorazioni del riso avrebbero potuto disturbare le covate. Ma il dialogo diretto tra tecnici del Parco e agricoltori – Cristina Ballone, Giovanni Locatelli, Maurizio Spirolazzi e Pier Carlo Guallini – ha portato a soluzioni concrete. 

Piccoli esemplari dei Cavalieri d'Italia scoperti nelle risaie a Cassolnovo

La scelta di questi uccelli di deporre le uova in risaie allagate rispetto a siti naturali è strettamente legata alla presenza di acqua nelle risaie in primavera; fra l’altro gli agricoltori di Cassolnovo, attuando la tecnica tradizionale della semina del riso in sommersione, svolgono un ruolo di estrema importanza per la ricarica delle falde acquifere e per il mantenimento di suoli umidi in vista della stagione estiva, esempio encomiabile di adattamento al cambiamento climatico. L’estensione delle risaie allagate e il richiamo di questi uccelli aveva quest’anno proporzioni ragguardevoli tanto che i tecnici del Parco, in collaborazione con l’esperto ornitologo Fabio Casale, hanno deciso di monitorare l’evoluzione delle nidificazioni. Intanto gli agricoltori dovevano necessariamente proseguire le loro pratiche agricole di coltivazione del riso in sommersione e questo avrebbe messo a rischio i nidi prima e i nuovi nati subito dopo

Velocità ridotta dei trattori, percorsi modificati, pause nelle operazioni e tempi adattati hanno permesso di proteggere uova e pulcini senza compromettere la produzione agricola. Un esempio virtuoso di collaborazione tra mondo agricolo e tutela della biodiversità.

“A nome mio e dell’Ente che ho l’onore di rappresentare - ha detto il presidente del Parco del Ticino, Ismaele Rognoni - voglio ringraziare i due Guardiaparco, Massimo Balocco e Francesca Bocca, che so essere molto attenti a questi aspetti e che rappresentano un valore aggiunto per tutto il nostro territorio e naturalmente estendo il mio plauso all’ottimo lavoro quotidiano portato avanti dal dottor Michele Bove a guida del Settore Agricoltura e dalla dottoressa Monica Di Francesco responsabile del Settore Fauna. Un sentito grazie va soprattutto agli agricoltori che hanno dimostrato una sensibilità che non era scontata né dovuta, ma che ha permesso che questo evento raro potesse aver luogo. Avete dimostrato a tutti come funziona una comunità compatta e coesa anche su temi che, pur sembrando distanti dal mondo dell’agricoltura, sono invece in perfetta simbiosi con la biodiversità. Avete anche dimostrato cosa voglia dire vivere in un ecosistema come quello del Parco Lombardo della Valle del Ticino: un esempio concreto di come l’uomo possa integrarsi nella natura e viceversa come questi che spesso sono sottovalutati“.

La consegna del riconoscimento da parte del Parco del Ticino, ieri mattina, agli agricoltori di Cassolnovo

Ieri , in una breve cerimonia presso la frazione di Villa Reale di Cassolnovo, il Presidente del Parco Ismaele Rognoni e il Direttore Claudio De Paola hanno consegnato alle quattro aziende un semplice riconoscimento, ma di alto contenuto simbolico: un badile tipo “Maglio di Seriate” e un forcone “rampale”, attrezzi usati per la gestione dell’acqua in risaia, oltre ad un campione di prodotti a Marchio Parco Ticino.

“Siamo da sempre convinti che Parco e agricoltura siano un binomio vincente – ha dichiarato il Direttore del Parco Claudio De Paola – e questa bella esperienza lo dimostra. I tecnici e i Guardiaparco dell’Ente, sempre attenti e appassionati alla tutela della biodiversità, dialogano quotidianamente con le nostre aziende agricole per trovare soluzioni e sinergie di interesse comune. Nel Parco del Ticino una agricoltura attenta ed evoluta offre ai consumatori prodotti di grande qualità in un contesto ambientale unico

Considerata l’importanza della salvaguardia del Cavaliere d’Italia nel Parco, durante il monitoraggio sono intervenuti sul campo anche gli esperti della LIPU per conoscere gli obiettivi dell’iniziativa e per studiare il caso come esperienza pilota di collaborazione tra mondo agricolo e mondo dei Parchi. “Questa esperienza –  secondo la dottoressa Federica Luoni responsabile settore habitat e programma Agricoltura di Lipu- dimostra come produzione e tutela della biodiversità possono convivere. Occorre valorizzare queste esperienze e renderle la normalità, anche grazie a politiche coerenti a sostegno dell’agricoltura rispettosa della biodiveristà”

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