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Agricoltura
19 Settembre 2025 - 21:45
Campi di riso maturo
Le mietitrebbie sono entrate in azione in Provincia di Pavia per il raccolto del riso, ormai maturo. E sono nei campi anche in provincia di Milano, Vercelli e Novara. Nel quadrilatero che rappresenta la maggior parte della raccolta italiana a cui si aggiungono altre zone tra Alessandria e Torino in Piemonte. E in Lombardia anche tra Lodi e Cremona. È un raccolto nella media sia in termini qualitativi, sia sui tempi di ingresso nei campi: è quanto emerge dai produttori che in questi giorni hanno dato il via alla raccolta del riso. L'annata ha fatto registrare un incremento del 4% della superficie complessiva nazionale dedicata a questo cereale, e non ha fatto segnare particolari problemi dal punto di vista meteorologico, tranne qualche sbalzo termico nelle ultime settimane. Per le indicazioni sulle rese finali bisognerà attendere le fasi di essicazione e di pilatura, tuttavia da Ente Nazionale Risi anticipano che le prime analisi "indicano rese accettabili".
In base alle denunce presentate dai risicoltori quest'estate, si stima una superficie complessiva destinata a riso in Italia di 235.450 ettari, con un incremento di 9.300 ettari rispetto al 2024. In aumento le semine di Lunghi A e Lunghi B, mentre le superfici dei Tondi e Medi sono stimate in calo. Il dato complessivo attesta l'Italia come primo Paese produttore di riso in Europa, e primo per estensione. A detenere il primato nazionale è il Piemonte, con circa 117mila ettari coltivati quest'anno. Solo nel Vercellese è presente il 70% delle risaie piemontesi. La coltivazione del riso in Lombardia ha invece interessato più di 95mila ettari, concentrati soprattutto nella provincia di Pavia con circa 80mila ettari. A seguire le province di Milano, Lodi e Mantova. Vercelli, Novara e Pavia da sole coprono il 90% della risicoltura nazionale, con una produzione stimata di circa 1,4 miliardi di chili di risone all'anno. «Dalle prime indicazioni delle aziende - commenta la presidente di Ente Risi, Natalia Bobba - possiamo dire che siamo nella media degli altri anni sia come qualità che come periodo di inizio della raccolta. Al momento stanno emergendo rese accettabili, ma tutto è ancora prematuro, perché il clou del taglio avverrà la prossima settimana, meteo permettendo». Anche la Coldiretti evidenzia il fatto che per poter quantificare con esattezza le quantità occorrerà attendere l'evoluzione del meteo nelle prossime settimane, e l'avvio delle fasi di essiccazione e pilatura, «con l'auspicio però - commentano - che la produzione possa seguire l'aumento di superficie vista quest'anno».
La campagna 2025/2026 cade in un anno particolarmente significativo per la storia del riso, che celebra gli 80 anni del Carnaroli, la varietà da risotto più conosciuta al mondo, e i cento anni dai primi incroci tra varietà, avvenuti nell'ex Stazione sperimentale di risicoltura di Vercelli. Ma è anche una campagna su cui incombono molte incognite legate ai costi di produzione e alle importazioni di prodotto straniero a dazio zero.
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