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L'evento
13 Dicembre 2025 - 17:21
Uno sbuffo storico, quello del treno a vapore della società Fs "Treni turistici italiani" per il convoglio a vapore che in mattinata è partito da Milano Centrale raccogliendo passeggeri e poi si è diretto alla stazione di Porta Genova. Questo scalo da domani (domenica) sarà chiuso per lasciare posto a un nuovo tragitto che passerà dal sud di Milano e da San Cristoforo si dirigerà verso il capolinea Rogoredo.
A bordo del treno, oggi, sabato, c'era anche il sindaco di Vigevano Andrea Ceffa che dalla sua città si è diretto a Mortara (nel video).

La stazione di Porta Genova a Milano
UN RICORDO STORICO
La stazione di Porta Genova era stata inaugurata nel 1870 ed è una delle più antiche infrastrutture ferroviarie esistenti all’interno di un’area urbana ad alta densità come quella che porta i binari verso il centro di Milano, in via Tortona. Per più di un secolo e mezzo ha connesso il capoluogo lombardo con l’Abbiatense e la Lomellina, allungandosi con tre convogli verso Alessandria. I treni iniziarono i loro viaggi nell’Ottocento e nel Novecento al servizio delle nostre aree agricole e sono stati una grande risorsa. La stazione è stata un importante scalo merci (dove c’è il parco Solari un tempo c’era il Macello), viaggiavano contadini, allevatori e commercianti. I rappresentanti con i loro campionari, spesso ingombranti, arrivavano in carrozza all’inizio del secolo scorso, quindi si trasferivano sui convogli. Poi sono arrivate l’industria, la guerra e il successivo boom economico. La stazione ha accolto il nuovo pendolarismo. Alcuni hanno trascorso la vita intera in viaggio da e per Milano. Infine la decisione nel 2006. Da allora il cronometro della chiusura ha cominciato a correre con un count-down che si interromperà sabato in tarda serata. Milano si è trasformata e questo scalo, con i suoi tre binari, diventerà un’area abbandonata piena di ricordi del passato, in attesa della sua trasformazione in una zona pubblica, verde, con servizi e giochi per bambini, sport all’aperto e spazi per mercati di quartiere. Ma sono ipotesi che di fronte a un progetto organico dovranno trovare un significato nuovo e moderno. Vicino a Porta Genova c’è il quartiere dei Navigli, con la sua movida e non è da sottovalutare una delle esigenze riportate dai viaggiatori lomellini, ovvero che da Porta Genova si arriva in piazza Duomo con una camminata di mezz’ora, o anche meno, e sui marciapiedi di corso Genova e di corso Torino si affacciano le vetrine di centinaia di negozi. Ovvio, cambieranno le abitudini dei pendolari, ma la stazione resterà, visto che è tutelata dalla Sovrintendenza. Un tempo era la porta privilegiata di ingresso a Milano attraverso le mura spagnole (oggi non esistono più) con un varco creato nell’attuale piazzale Cantore dove ancora sono presenti i due caselli daziari ottocenteschi. Non arrivano più i commercianti (a pagare la tassa sulle loro merci) ma l’affluenza è nutrita per affollare un quartiere ricchissimo di ristoranti, pub e bar che servono aperitivi. Poco distante la Darsena, che era l’approdo fluviale delle merci e si interfacciava con la stazione. Anche questa si è trasformata ed è diventata un abbellimento urbanistico inserito nella grande città. Da oggi (sabato) tutto cambia. I pendolari della Milano-Mortara, invece, continueranno a piangere per i disservizi della linea e forse dimenticheranno presto la stazione pensando al nuovo capolinea Rogoredo, raggiunto da San Cristoforo in 21 minuti. In quest’ultima stazione ha aperto il capolinea della Metro Blu, poi la ferrovia prosegue verso Romolo (Metro Verde), Tibaldi, Porta Romana (Gialla) e Rogoredo, intercettando l’Alta velocità. Si chiude una porta sul passato e la speranza del raddoppio e della fine dei disservizi attuali è tutt’altro una certezza.
DETTAGLI TECNICI E NUOVO CAPOLINEA
I cambiamenti sono sempre difficili, figuriamoci se si tratta di un orario ferroviario che deve essere ricalcolato, a partire da domenica 14 dicembre, senza la stazione di Porta Genova. Un capolinea inossidabile per i treni della Milano-Mortara raggiunto tra la Lomellina e l’Abbiatense, una stazione che esiste dal 1870. L’inaugurazione, a San Cristoforo, della stazione della Metro 4 (linea blu) ha accelerato le operazioni di chiusura della stazione storica. L’operazione era da fare e Regione Lombardia con Trenord hanno pensato che il “cambio orario” di metà dicembre 2025 fosse il momento giusto. Le esigenze sono state accontentate, ma non a tutti sono gradite. Molti reclamano, soprattutto perchè ritengono che Porta Genova non dovesse chiudere. «È successo perchè non si sono fatte le proteste giuste». Ma non è così, il destino era stato segnato vent’anni fa. Sulla Milano-Mortara, dopo la chiusura della stazione, il tentativo è stato quello di ridurre i disagi al minimo. Del resto attestare l’intero traffico della linea a Rogoredo è il risultato di una operazione complessa. Mentre prima dalla stazione di San Cristoforo si arrivava a Porta Genova in un colpo, adesso le stazioni da attraversare prima di arrivare a Rogoredo sono tre: Romolo, Tibaldi e Porta Romana. Questo percorso viene compiuto in 21 minuti e le fermate intercettano, oltre alla Metro 4 a San Cristoforo, la Metro 2 (linea Verde) a Romolo e la Metro 3 (linea Gialla) a Porta Romana. Nessun interscambio sotterraneo a Tibaldi, bensì con linee di superficie e soprattutto una fermata al servizio dell’Università Bocconi.
CANCELLAZIONI E NUOVE CORSE
Infine non va dimenticato che da Mortara a Rogoredo il percorso è di un’ora e un minuto e quindi dalla Lomellina si arriva in questo tempo a prendere l’Alta Velocità che passa da quella stazione finale. Se questi sono gli aspetti positivi, qualcosa, però, va sacrificato. È stato cancellato il treno che da Vigevano partiva alle 8,35 e quello che da Milano Porta Genova alle 17,52 ritornava in Lomellina. Ma è stato aggiunto il 10016 che parte da Mortara alle 5,03 e arriva a Rogoredo alle 6,04 e il 10017 che da Rogoredo parte alle 5,56 e arriva a Mortara alle 6,57. Un altro incaglio si è verificato sulla corsa delle 7,21, che doveva essere totalmente soppressa. Poi è stata riammessa anticipandola alle 7,15. Si ferma, però, a San Cristoforo. Per proseguire oltre con quella corsa è necessario cambiare ad Albairate con un attesa di 6 minuti. La spiegazione di quel che è successo, sull’orario di questo treno, la fornisce Franco Aggio, presidente dell’associazione pendolari Mimoal (Milano-Mortara-Alessandria): «Il treno in quell’orario di punta non trovava spazio a Rogoredo, su nostra insistenza abbiamo trovato questa soluzione, non semplice, che è un compromesso, ma almeno c’è qualcosa. Quel convoglio porta 800 persone. La nostra insistenza sulla direzione regionale Trasporti ha trovato soddisfazione». Aggio capisce anche il disappunto dei pendolari. «Oggi questa linea è frequentata da più di 21mila passeggeri in media e quelli abituali dovranno valutare vantaggi e svantaggi. Poi calcolare la soluzione migliore. Del resto anche chi dice che serviva una protesta deve sapere che è dal 2006 che si era deciso di arrivare a questa soluzione. In questi ambiti di trasporto i tempi sono lunghi e portano a decisioni spesso irreversibili. Certo, si sarebbe potuto progettare un anello a ovest tenendo aperta Porta Genova come stazione sotterranea. Ma non è stata la soluzione adottata. Ora ci dobbiamo adattare e soprattutto mantenere ferma l’idea del raddoppio tra Albairate e Mortara che può consentire il miglioramento delle condizioni di trasporto, evitando passaggi a livello e parecchi disservizi». La chiusura della stazione di Porta Genova è un salto verso il futuro dei trasporti, ma il raddoppio, anche selettivo, è indispensabile.
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