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Basket, serie A2, le lacrime dopo la sirena. Il capitano Rossi. «Proteggete questa infinita passione»

Si chiude un ciclo meraviglioso, per pianificare il futuro c'è tempo

Edoardo Zanichelli

Email:

edoardo.zanichelli@gmail.com

22 Maggio 2025 - 15:59

Basket, serie A2, le lacrime dopo la sirena. Il capitano Rossi. «Proteggete questa infinita passione»

La delusione dei giocatori ducali (foto Emanuela Nipoti)

«Avremmo tanto voluto dare questa soddisfazione al nostro pubblico, abbiamo passato momenti durissimi ma abbiamo sempre lavorato senza risparmiarci e ci siamo andati vicinissimi». Fatica a parlare Pippo Rossi, sette stagioni in gialloblù, una delle icone di un ciclo strepitoso che probabilmente si è chiuso nella notte di La Spezia. La commozione ha il sopravvento. «Adesso quello che conta è che proteggiate l'enorme passione di questa città - dice con parole che hanno il retrogusto di un saluto - Alla fine i giocatori e le categorie passano ma ora quello che conta è conservare questo patrimonio. Ci aspettano giorni duri - conclude - metabolizzare questo epilogo non sarà semplice. Poi ognuno di noi tornerà in palestra per riprendere a lavorare per i propri obiettivi».

«Lo sport è questo, è stata una serie equilibratissima ed è stato chiaro da subito che si sarebbe risolta con scarti minimi». Marino Spaccasassi, l'uomo che ha costruito il miracolo-Vigevano portandola dalle profonde minors al palcoscenico della serie A2, analizza con serenità l'esito del campo. «Abbiamo avuto le nostre occasioni - dice - soprattutto nelle prime due sfide. E' stata una stagione difficile, costellata di infortuni, l'ultimo di Smith, che ci hanno penalizzato». Per parlare del futuro ci sarà tempo

Per la prima volta nei suoi due anni ducali, coach Lorenzo Pansa preferisce non commentare. Lo farà probabilmente nei prossimi giorni. I giocatori sfilano in silenzio, lo sguardo perso di chi ha visto sfuggire un traguardo vicinissimo, gli occhi lucidi. Ma nel clan ducale non c'è solo la comprensibile delusione per il verdetto finale. Al contrario c'è la consapevolezza di aver costruito in questi anni qualcosa di importante che dovrà essere la base da cui ripartire. In che modo si saprà più avanti. Il tempo per programmare certo non manca.

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