'Ndrangheta: in carcere finisce l'intero clan Valle
Maxi operazione della Dda di Milano contro la famiglia di origine calabrese che negli anni 90 aveva vessato commercianti ed imprenditori del vigevanese. All'operazione hanno partecipato 250 agenti. 15 le persone finite in manette
«Riproponevano al Nord i meccanismi esistenti al Sud, come l''''''''uso della violenza e il controllo del territorio». Ha usato queste parole il procuratore aggiunto della Dda di Milano, Ilda Bocassini, nell''''''''illustrare la maxi operazione condotta dalle prime ore dell''''''''alba e che ha portato in carcere 15 persone. Tutte appartenenti al clan Valle, la famiglia di origine calabrese che negli anni 90 finì in carcere a Vigevano per attività di usura ed estorsione ai danni di commercianti e piccoli e medi imprenditori della città e del territorio. Alla maxi operazione hanno preso parte 250 agenti. Il tutto si è svolto nella zona di Cisliano, nel milanese, dove il clan Valle aveva il suo quartier generale all''''''''interno del ristorante La Masseria, una struttura, si legge nell''''''''ordinanza di custodia cautelare "predisposta come bunker, munita di sofisticate apparecchiature di sicurezza... in modo da impedire l''''''''accesso a terzi e di prevenire qualunque intrusione da parte delle forze di polizia". Nel bunker del ristorante, Francesco Valle, il capo clan, riceveva i debitori, in totale una ventina tra imprenditori e commercianti strozzati dall''''''''usura. All''''''''interno gli strozzati venivano anche "intimiditi e picchiati". Nel ristorante il boss decideva "con i figli Fortunato e Angela (anche loro arrestati) le strategie imprenditoriali del sodalizio". I Valle potevano avvalersi anche di vedette che li avvisavano della presenza sospetta di estranei. La violenza della ''''''''ndrina seguiva il detto maoista "colpirne uno per educarne cento". Per essere sicuri di riottenere i soldi prestati a tassi usurai, le vittime venivano raggruppate negli appartamenti del clan dove uno degli usurati veniva picchiato di fronte agli altri. La famiglia, ha detto sempre il pm Bocassini usava "modalità identiche a quelle usate nel Sud e che siamo abituati a leggere sui giornali: violenze, estorsioni, pestaggi. Creavano timore tra gli imprenditori lombardi" al punto che questi non denunciavano le richieste di denaro estorto. In carcere sono finiti: Francesco Valle (nella foto) con i figli Fortunato, Angela e Carmine; Francesco Lampada (genero di Fortunato Valle), Antonio Domenico Spagnuolo (secondo marito di Angela Valle), Riccardo Cusenza, Bruno Saraceno, Maria Teresa Ferreri (ex moglie di Fortunato Valle), Santo Pellicanò (figlio di Angela Valle), Giuliano Roncon, Maria Valle (figlia di Fortunato), Alessandro Spagnuolo (figlio del secondo marito di Angela Valle), Adolfo Mandelli e Giuseppe Tino. Nel corso dell''''''''operazione è stato disposto il sequestro preventivo di immobili, conti correnti e quote di società tutte facenti riferimento al clan Valle