Non semplicemente sospeso dal servizio, né tanto meno "autosospeso" in attesa che la sua posizione si chiarisca, ma licenziato in tronco. Il dottor Carlo Antonio Chiriaco anche formalmente non è più il direttore sanitario dell''''''''Asl di Pavia. Non lo è ormai da quasi un mese e mezzo, esattamente dal 20 luglio scorso, una settimana dopo l''''''''arresto per concorso in associazione mafiosa e altri reati, dalla corruzione elettorale alla tentata turbativa d''''''''asta, anche se il provvedimento assunto dal direttore generale Simona Mariani non è mai stato reso noto ufficialmente dall''''''''azienda. Il «contratto d''''''''opera intellettuale» che Chiriaco aveva sottoscritto all''''''''atto del suo insediamento il 30 gennaio 2008 prevedeva infatti - come quelli di tutti i dirigenti di vertice delle aziende sanitarie - la «risoluzione immediata nel caso in cui ricorrano gravi motivi che facciano venir meno il rapporto fiduciario» con lo stesso direttore generale. Una condizione che la dottoressa Mariani ha ritenuto essersi verificata con l''''''''inchiesta che vede Chiriaco coinvolto, con accuse molto pesanti. E dunque sono scattate la revoca dell''''''''incarico e la risoluzione del contratto, con decorrenza retroattiva dallo stesso giorno dell''''''''arresto, il 13 luglio.
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