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Pedofilia, mortarese condannato a 17 anni

Adescava i ragazzini in strada, l'inchiesta partita da una segnalazione della polizia locale

13 Ottobre 2010 - 23:33

Adescava i bimbi in strada e, in cambio di sesso, faceva loro regali, anche cellulari. E poi girava filmini a luci rosse, realizzati non solo in Italia ma anche in Thailandia e Brasile. E così un cuoco che lavorava a bordo di una nave da crociera di 51 anni, residente a Mortara in via Cortellona, è stato condannato dal gup di Milano Andrea Salemme a 17 anni di carcere, uno in più rispetto a quanto ha chiesto il pm Stefania Carlucci. La vicenda è venuta a galla dopo che la polizia locale di Mortara aveva sorpreso un ragazzino romeno di 16 anni, mentre giocava con alcuni amici, che maneggiava un cellulare abbastanza costoso: si trattava, come aveva raccontato il minorenne, di un dono del cuoco. Da lì i primi sospetti e la segnalazione alla Procura milanese. Il caso è finito sul tavolo del pm Carlucci che ha coordinato le indagini condotte dalla prima sezione del nucleo investigativo dei carabinieri. A ottobre dell''''''''anno scorso l''''''''uomo, M.M, è stato arrestato in flagranza di reato: durante una perquisizione nella sua abitazione gli uomini dell''''''''arma hanno trovato moltissimo materiale pedopornografico, in particolare 267 video hard da lui stesso girati che lo ritraevano non solo insieme ad adolescenti ma anche con bimbi di 5 o 6 anni thailandesi o brasiliani. Qualche mese dopo il "pedofilo seriale", in passato finito in carcere per due volte anche in Thailandia, si è visto recapitare in cella anche un''''''''ordinanza di custodia cautelare con le accuse che vanno dalla realizzazione e detenzione di materiale pedopornografico alla prostituzione minorile fino alla violenza sessuale aggravata. Ieri la condanna a 17 anni (una pena severa se si pensa che a causa del rito c''''''''é lo sconto di un terzo) e il rinvio a giudizio di un complice, V.F., 33enne, per questa storia di degrado (i fatti contestati risalgono a due anni fa) che ha portato ad individuare, oltre al 16enne romeno, altre tre giovani vittime: due italiani e un albanese che allora avevano 11, 16 anni e 12 anni.

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