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Parla il titolare del "Sayonara": quello che è accaduto rischia di compromettere quarant'anni di lavoro

«Abbiamo sempre puntato ad offrire il meglio alla nostra clientela - dice Max Nardi - L'episodio di sabato non deve compromettere il buon nome del nostro locale".

12 Gennaio 2012 - 17:35

«Lavoriamo qui da quarant'anni e fa male vedere gli sforzi di una vita messi a repentaglio da un fatto del genere». Max Nardi, 45 anni, titolare del disco bar "Sayonara" parla a qualche giorno dall'omicidio avvenuto nel suo locale. Lì sabato due killer, davanti a centinaia di clienti, hanno ucciso con cinque colpi di pistola Edmond Shtjefni, 32 anni, albanese residente ad Abbiategrasso. «È un episodio tremendo che rischia di mettere in crisi la nostra attività - dice - Da anni stiamo lavorando con cura, offrendo servizi di livello alla clientela e proponendo serate a tema nell'arco dell'intera settimana. Dal periodo successivo alle vacanze poi abbiamo aumentato la selezione all'ingresso. Insomma abbiamo sempre puntato sulla qualità». Della vittima Nardi, che al momento del fatto era dietro al bancone, ha un ricordo vago. «Non posso dire che fosse un frequentatore assiduo - dice - ma lo avevo già visto in altre occasioni. Sempre inappuntabile nel vestire e molto educato nei modi; quando nel locale c'era troppa confusione se ne andava. Una persona che non aveva mai dato problemi e certo una dalla quale non aspettarseli. Quello che è accaduto sabato ci ha sconvolti. Ma nonostante tutto abbiamo voluto riaprire già da martedì: vogliamo e dobbiamo andare avanti".
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