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Detenzione di materiale pedoporno: la corte d'appello conferma la condanna per Alberto Stasi

La sentenza emessa oggi, oltre ai 30 giorni convertiti in pena pecuniaria, mantiene l'interdizione in perpetuo da qualunque incarico in strutture pubbliche o private frequentate da minori. Il suo legale ha annunciato ricorso in Cassazione

14 Marzo 2013 - 18:38

Detenzione di materiale pedoporno: la corte d'appello conferma la condanna per Alberto Stasi
La corte d'appello di Milano ha confermato la condanna a 30 giorni di reclusione, convertiti in una pena pecuniaria di 2.540 euro, per Alberto Stasi (il fidanzato di Chiara Poggi che venne uccisa a Garlasco il 13 agosto del 2007) per l'accusa di detenzione di materiale pedopornografico. In primo grado, la condanna era stata emessa dal tribunale di Vigevano per detenzione di video pedopornografici il 13 febbraio del 2012. Oggi è stata confermata dai giudici d'appello milanesi. Già nel 2009 invece, in sede di udienza preliminare, il gup l'aveva assolto dall'accusa di divulgazione di materiale pedopornografico. La sentenza di assoluzione è stata confermata oggi. L'accusa di detenzione si riferisce a 17 frammenti di immagini trovati nel pc del giovane. I giudici hanno anche confermato l'interdizione per Stasi «in perpetuo da qualunque incarico di ogni ordine e grado nonché da ogni ufficio o servizio in istituzioni o strutture pubbliche o private frequentate prevalentemente da minori». Il suo legale, l'avvocato e professore Angelo Giarda, ha annunciato che farà ricorso in Cassazione contro la condanna. L'ex studente della Bocconi è stato assolto in primo e secondo grado (il processo d'appello è terminato nel dicembre 2011) dall'accusa di aver ucciso Chiara Poggi, ma la Procura generale di Milano ha fatto ricorso e la Cassazione è fissata per il prossimo 5 aprile.
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