Omicidio Chiapparoli, chiesta la condanna della convivente
Il pm chiede la condanna a 14 annI; la difesa la totale infermità mentale. «Non condiviamo la perizia nel metodo e nelle conclusioni», dice l'avvocato Enrico Zaccone che rappresenta la famiglia della vittima. Sentenza il 25 giugno.
Semi-infermità mentale. E una richiesta di condanna a 14 anni di reclusione. Solo queste le conclusioni del pm Licia Scagliarini nel processo nei confronti di Ina Celma, 34 anni, la moldava che il 19 ottobre di due anni fa ha ucciso a coltellate Marco Chiapparoli, 35 anni, l'insegnante che di lì a poco avrebbe dovuto sposare, nella loro casa di Carisolo (Trento). Così si è chiusa l'udienza preliminare di oggi davanti al Gup di Trento Michele Maria Benini. Il procedimento è stato rinviato al prossimo 25 giugno per le repliche e la camera di consiglio. Nella mattinata di oggi hanno parlato anche l'avvocato della difesa, Andrea De Bertolini, che ha sostenuito la totale infermità di mente della sua assistita, attualmente ospite della casa di detenzione e cura di Castiglione delle Stiviere (Mantova). Per la condanna si è espresso invece l'avvocato Enrico Zaccone, che assiste la famiglia Chiapparoli. «Non concordiamo con la modalità della perizia e quindi con le conclusioni - sostiene l'avvocato Zaccone - Per noi non è stata dimostrata l'incapacità dell'imputata che, quindi, è da considerare capace».