Non ci sarebbero implicazioni di racket alle spalle dell'episodio della molotov, nè intenzioni estorsive. Le indagini dei carabinieri della Compagnia di Vigevano escludono queste ipotesi e si indirizzano più che altro all'ambiente lavorativo. Sarebbero nate incomprensioni non sopite, che si sono poi trasformate nell'intimidazione avvenuta nella notte tra mercoledì e ieri. Quando l'imprenditore, che opera nel settore edile e in particolare realizza pareti di cartongesso, si è avvicinato alla sua auto, una Nissan Qashqai, si è accorto che a terra c'erano i vetri di una bottiglia rotta contro la carrozzeria e uno stoppino. Tracce anche di liquido infiammabile che non lasciano dubbi sulla fabbricazione artigianale di una "molotov".