Quei messaggini sessualmente molto espliciti - circa 200 in due mesi - inviati sul telefonino di un collega di lavoro erano sicuramente uno scherzo di cattivo gusto fatto durare troppo a lungo.
Ma non configuravano gli estremi di un reato grave come lo stalking. L'ha deciso il giudice Stefano Scati, che oggi al termine del processo ha riqualificato l'imputazione in molestie continuate ed inflitto una pena decisamente mite, 400 euro di ammenda, all'imputato, Manuel Pietro Zorzato, 29 anni, di Tornaco (Novara). Aveva fatto credere al collega che il mittente degli sms fosse una sua ex amante desiderosa di riprendere la loro relazione extraconiugale, interrotta due anni prima. Dovrà risarcire i danni alla vittima, un uomo di vent'anni più vecchio di lui, suo collega alla cartiera Isem di Vigevano, che rischiò di vedere la sua vita andare in pezzi perché la moglie intercettò uno di quei messaggini e, furibonda, andò dall'avvocato per separarsi. Il risarcimento è stato quantificato in 3500 euro, più 2500 per le spese legali. Il bersaglio dello scherzo