Due condanne e tre assoluzioni: è la sentenza, pronunciata oggi poco dopo le 16, del processo per il giallo del testamento di Mortara. Secondo il giudice Stefano Scati ci fu circorvenzione d'incapace ai danni di Giovanna Mantica.
L'anziana, 89 anni, fu indotta a lasciare tutto il suo patrimonio di almeno 3,5 milioni di euro tra immobili, titoli e liquidi ad Antonella Gardella quando era già affetta da un tumore al cervello in fase terminale, tre mesi prima di morire. Ma la beneficiaria, 47 anni, che come mediatrice immobiliare gestiva gli undici fabbricati di proprietà dell'anziana, fece tutto da sola: è stata l'unica condannata per circonvenzione, oltre che per appropriazione indebita, ad una pena complessiva di 3 anni di reclusione e 1500 euro di multa. Assolti con formula piena per non aver commesso il fatto invece il notaio Paolo Sedino e le testimoni che presenziarono al testamento pubblico e ad altri atti raccolti dal notaio, Nadia Amisano e Giovanna Bocca, madre e figlia. L'unica altra condanna, ad un anno di reclusione, è stata per Gianni Bocca, marito e padre delle ultime due, amministratore condominiale: era accusato di ricettazione, il pm aveva chiesto 3 anni di reclusione, invece gliene è toccato solo uno (con la condizionale) perché il reato è stato derubricato in favoreggiamento reale. Avrebbe aiutato Gardella a conseguire parte del profitto del reato accettando di custodire nella sua cassaforte la somma in contanti di 249.500 euro, parte di una cifra molto più cospicua prelevata in banca dai conti di Mantica. L'accusa aveva chiesto 4 anni per Antonella Gardella e la condanna a 2 anni anche di Nadia Amisano, insieme all'assoluzione di Sedino e di Giovanna Bocca.