Vigevano, i carabinieri scoprono un "laboratorio" degli spacciatori: un arresto

Il cattivo odore diffuso nell'aria a tutte le ore del giorno e della notte aveva spinto i residenti a segnalare il fatto ai carabinieri. Da lì è iniziata l'indagine che ieri sera ha condotto i militari, guidati dal tenente Michele Minetti, a compiere una irruzione in un alloggio disabitato di via Manara Negrone nel quale era stato allestito un vero e proprio "laboratorio" clandestino nel quale venivano lavorati e trattati cocaina ed hashish prima di essere immessi sul mercato dello spaccio cittadino. Il blitz dei carabinieri è arrivato a seguito di una indagine condotta in modo tradizionale, con appostamenti che hanno consentito di accertare che diversi extracomunitari potevano avere accesso all'alloggio. Ieri sera, al momento dell'azione, i carabinieri hanno sorpreso Abdeltif Tahiri, 38 anni, marocchino, domiciliato in città presso un parente, che in un primo momento ha sostenuto di essere lì per incontrare un amico, ma poi è stato trovato in possesso delle chiavi del palazzo. Dentro l'alloggio i carabinieri hanno ritrovato, su fornelli da campo, due pentole a pressione: in una c'erano moltissime buste vuote con all'interno della sostanza bianca ed in una residui di cocaina per 5 grammi, nella seconda 6 stecche di hashish da un etto ciascuna, residui di una ben più consistente quantità trattata. Un particolare che troverebbe conferma dai due bilancini di precisione ritrovati, uno piccolo con tracce di cocaina; un secondo in grado di arrivare sino a 5 chili, con residui di hashish. Il magrebino è stato arrestato per spaccio e condotto in carcere a Pavia. I carabinieri del capitano Papaleo ritengono che nel "laboratorio", sempre attivo, venisse trattata e tagliata la droga poi immessa sui canali dello spaccio della città.

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Umberto Zanichelli