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22 Febbraio 2016 - 13:44
È Nicola Galantucci, 43 anni, già residente a Vigevano e poi a Lomello, privo di stabile occupazione, pregiudicato, destinatario di un ordine di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip di Pavia, per i reati di rapina, lesioni personali aggravate, ricettazione, commessi a Vigevano il 21 luglio 2015. Le indagini svolte dal personale dell’ufficio Anticrimine del commissariato della polizia di Stato, coordinato dal vice questore aggiunto Anna Leuci, erano state avviate a seguito della rapina, allorquando, intorno a mezzogiorno, un uomo con un berretto abbassato sul volto, aggrediva una cassiera, minacciandola premendole sulla guancia un coltello e costringendola a consegnargli il denaro che aveva in cassa, lasciando sgomenti i molti clienti presenti, a quell’ora, nell’esercizio commerciale. Il rapinatore era fuggito con una Fiat 500 che aveva rubato poco prima a Vigevano e che aveva abbandonato, dopo la rapina, nella periferia della città.
Le attività info investigative promosse, avevano, già nei giorni seguenti il fatto, indirizzato gli investigatori a sospettare del Galantucci - soggetto già indagato e condannato in passato per aver commesso diverse rapine anche presso banche in Piemonte - che proprio nei giorni in cui era stata perpetrata la rapina alloggiava con sua moglie e sua figlia, in un noto hotel di Vigevano. Il predetto diceva di essere a Vigevano per far visita alla figlia neonata, secondo quanto concessogli dal giudice tutelare e che in quei giorni, lui e la sua famiglia, si recavano quotidianamente a pranzo in un ristorante di questo centro. Le asserzioni del Galantucci, però, non erano state confermate dalle opportune verifiche effettuate dalla Polizia dalle quali era emerso che proprio il giorno della rapina, a pranzo al ristorante vi era andata solo la moglie e la figlia del rapinatore e anche perché, il permesso del giudice per vedere la bambina, non coincideva con il reale periodo di permanenza a Vigevano. Le immagini della videosorveglianza e i testimoni del fatto, nonché l’analisi del traffico e delle celle sollecitate dal telefono del Galantucci, hanno consentito di formulare le accuse nei confronti del soggetto e di richiedere e ottenere l’emissione di una misura cautelare che, sabato mattina è stata eseguita. Pertanto il rapinatore è stato associato alla Casa Circondariale del capoluogo piemontese.
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Claudio Bressani
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