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28 Giugno 2017 - 11:42
I legali di Stasi hanno fatto ricorso ad un rimedio eccezionale previsto dal codice quando siano accertati «errori di fatto». Nello specifico la Cassazione, nella sentenza di conferma della condanna, non si sarebbe resa conto per una «svista» che ben 19 tra testimoni, periti e consulenti tecnici, sentiti in primo grado, non erano stati poi risentiti in appello. Ciò sarebbe in contrasto con la giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo. Ma il verdetto di inammissibilità fa ritenere che la Cassazione non sia neanche entrata nel merito, accogliendo il primo dei rilievi di procura generale e parte civile: il ricorso straordinario non è stato depositato secondo le formalità prescritte. Non l’ha fatto Stasi personalmente, l’avvocato non aveva una procura speciale e la collaboratrice che l’ha consegnato non aveva una delega al deposito.
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