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Sannazzaro, la corte d'Appello di Milano riconosce le ragioni della famiglia di un operaio morto per l'amianto

L'Inps dovrà rivalutare le posizione contributiva. Il figlio. "Finalmente abbiamo avuto giustizia"

08 Luglio 2017 - 22:35

Sannazzaro, la corte d'Appello di Milano riconosce le ragioni della famiglia di un operaio morto per l'amianto

"Mi sembra impossibile, ma finalmente abbiamo avuto giustizia". Davide Fabretti è il figlio di Fabio Fabretti, operaio tecnico alla raffineria Eni di Sannazzaro, morto nel giugno di cinque anni fa a 67 anni per un mesotelioma causato dall'amianto. La corte d'appello di Milano giovedì ha ribaltato la sentenza del giudice del lavoro di Pavia e ha stabilito che l'Inps debba rivalutare la posizione contributiva dell'operaio dal giugno del 1966 all'agosto del 1997. "Mi chiedo come sia possibile che un lavoratore deceduto per un mesotelioma riconosciuto dall'Inail - commenta l'avvocato Ezio Bonanni, legale della famiglia e presidente dell'Osservatorio Nazionale Amianto - si veda negare il diritto alla rivalutazione contributiva. Mi auguro che questo pronunciamento della corte d'appello di Milano eviti che in futuro ci possano essere altre sentenze come quella di primo grado che rigettano i benefici contributivi per chi è esposto all'amianto". Fabio Fabretti ha lavorato per oltre trent'anni alla raffineria di Sannazzaro: era addetto alla centralina delle pompe di rilancio dei gasdotti e degli oleodotti. Per anni ha maneggiato amianto senza alcuna protezione. Ora il figlio è impegnato con l'Ona, accanto alle vittime dell'amianto e alle loro famiglie.

@L'INFORMATORE - umberto.zanichelli@ievve.com

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