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11 Luglio 2017 - 15:16
Stando alla ricostruzione fatta dai carabinieri l'uomo, quella sera, aveva sfondato la porta di casa della compagna e le aveva sparato una decina di colpi di pistola a bruciapelo. Nel blitz era rimasta ferita anche la figlia della donna, che oggi ha 13 anni e vive in una comunità protetta. Dopo l'omicidio Garini si era barricato in casa e aveva aspettato l'arrivo dei carabinieri: i militari lo avevano poi trovato abbracciato al corpo della compagna. Il 52enne, una volta in carcere, aveva ammesso le sue colpe. Il rapporto con Emanuela si era da tempo incrinato e lei aveva manifestato l'intenzione di lasciarlo. I litigi erano quasi quotidiani e nel corso dell'ennesima lite lui aveva impugnato la pistola per sfogare tutta la sua rabbia. Garini aveva chiesto di essere giudicato con rito abbreviato, che consente uno sconto della pena. Il giudice, riconosciute le circostanze attenuati generiche prevalenti sulle aggravanti, ha emesso la sentenza nella tarda mattinata di martedì: l'uomo dovrà anche risarcire con circa 300 mila euro le parti civili, ovvero i genitori e il fratello di Emanuela Preceruti, l'ex marito e la figlia della donna e il comune di Dorno. Il suo legale, l'avvocato Giovanni Caly, non ha escluso la possibilità di ricorrere in appello contro la sentenza.
@ L'INFORMATORE - Luca Pattarini
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