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04 Settembre 2017 - 17:15
Lavorava in una macelleria etnica del centro storico, della quale sono titolari tre cittadini marocchini, per 14 ore al giorno e per un salario di 650 euro al mese, dal quale per altro doveva detrarre i 150 euro che doveva loro per l'affitto dell'appartamento nel quale viveva. Condizioni estreme che l'uomo, un egiziano di 35 anni, aveva accettato in quanto clandestino. A scoprire tutto sono stati gli agenti della polizia locale impegnati in un servizio finalizzato al contrasto dell'immigrazione clandestina attuato la scorsa settimana. Gli agenti del comandante Pietro Di Troia hanno accertato che l'uomo, privo di permesso di soggiorno, viveva in un appartamento, posto sopra allo stesso esercizio commerciale, in precarie condizioni igienico-sanitarie. I tre titolari dell'attività sono stati denunciati per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e la cessione in locazione dell'appartamento, tutti di particolare gravità. L'attività commerciale non è stata chiusa e per il lavorante "in nero" sono state avviate le procedure previste per i clandestini. «Contestualmente - spiega il comandante Di Troia - abbiamo provveduto ad informare l'Ispettorato del Lavoro per quanto riguarda il lavoro nero; la Guardia di Finanza per quanto attiene gli affitti non dichiarati e la Ats per quanto riguarda le condizioni dell'alloggio». Nell'ambito dello stesso servizio gli agenti del comando di via San Giacomo hanno multato di 516,33 euro un egiziano, titolare di una macelleria, per il mancato rispetto delle norme igieniche. «Credo che quanto emerso dall'attività della polizia locale sia particolaremente grave - commenta l'assessore alla polizia locale Andrea Ceffa, il cui ritorno ha coinciso con un deciso incremento dell'attività su questo fronte - e attesti come certi comportamenti, che evidentemente qualcuno crede possibili, debbano essere stroncati subito. Ecco perché c'è la necessità di norme più forti che consentano di affrontare e risolvere definitivamente questo genere di situazioni».
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