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Agivano seguendo il modello delle bande dei latinos
05 Marzo 2019 - 14:58
Da sinistra il tenente Pasquale Macrì e il comandante di stazione Massimiliano Stefanelli della Compagnia carabinieri di Abbiategrasso
Violenze spesso gratuite, oppure messe a segno per impadronirsi di un cappellino, qualche euro, il cellulare, un paio di occhiali: la baby gang sgominata all’alba dai Carabinieri della Compagnia di Abbiategrasso agiva seguendo il modello della bande dei latinos.
All’alba al Beccaria di Milano sono stati portati 5 giovanissimi, altri 3 sono in una struttura nel Pavese, uno nel Bresciano. Ragazzi di età compresa tra i 15 e i 18 anni (qualcuno sta diventando maggiorenne), ma mancano ancora all’appello almeno due soggetti più grandi sui quali indaga la procura che ritiene posano essere i capi. Almeno una dozzina gli episodi segnalati, tra piccoli furti, estorsioni, ma anche botte: pugni in pieno volto a chi reagiva, insulti, come quelli rivolti all’insegnate riconosciuto in un oratorio. Perché la baby gang abbiatense in città andava a scuola e frequentava gli oratori. Senza nessun problema colpiva in pieno centro, nei pressi della stazione, nei parchi. Un episodio di furto di cellulare e botte si è verificato anche al Mc Donald's dove a farne le spese è stata una giovane coppia, letteralmente tirata giù dall’auto. Il motivo? Lui aveva suonato il clacson. Ma a volte il motivo nemmeno c’era: bastava la vogli di sfida, il bisogno di sentirsi bulli. Tutti italiani, gli arrestati, e tutti appartenenti a famiglie senza problemi specifici. In un’abitazione sono stati trovati 80 grammi di marijuana e una pistola a gas. Niente di più. Perché l’obiettivo in questi casi non è il bottino, ma la violenza, la prevaricazione del branco.
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