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Marzo 2014: "Bomba" ecologica nel Parco del Ticino

Nell'area lavoravano 28 persone, una vera e propria catena di montaggio a cielo aperto

Ilaria Dainesi

Email:

ilaria.dainesi@ievve.com

11 Aprile 2019 - 15:49

Raccoglievano, stoccavano e smaltivano, in modo del tutto illegale, rifiuti tossici e pericolosi nel cuore del Parco del Ticino. L’attività di una banda di nomadi di etnia Rom era stata smascherata e stroncata nel marzo del 2014 da un'operazione congiunta di carabinieri e polizia locale che aveva portato a 6 denunce. Erano state ritrovate tra l’altro 10 mila batterie esauste e quintali di bancali in legno e pneumatici, era stata posta sotto sequestro, così come i tre capannoni che fungevano da depositi. L'operazione era scattata in seguito a un'indagine congiunta di carabinieri e polizia locale. I militari del capitano Rocco Papaleo si erano occupati degli aspetti penali, mentre gli agenti del commissario Gianluca Mirabelli del versante ecologico e degli abusi edilizi. Secondo gli investigatori l’enorme quantità di materiale sequestrato era quella che settimanalmente transitava nell’area di 4 mila metri quadrati, prima di prendere la strada della Romania dove il piombo in particolare, può contare su un fiorente mercato.

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