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Pavia
13 Marzo 2020 - 13:47
Immagine di repertorio
Avrebbe ricevuto un sms da Posteinfo in cui veniva indicato un “aggiornamento dati”. La vittima sarebbe poi stata contattata da un presunto operatore di Poste, il quale le avrebbe riferito che era in corso una normale operazione di aggiornamento dati, chiedendole il consenso. «La signora in buona fede – raccontano dal Codacons, che riferisce l’episodio chiedendo all’azienda di risarcire la cliente – seguiva le indicazioni dell’operatore e dopo poco tempo constatava sul proprio conto Bancoposta un ammanco di ben 3mila euro. Dopo aver effettuato la richiesta di rimborso, se la sentiva respingere con la grottesca motivazione di "legittimità delle operazioni. Diverse sentenze ormai riconoscono che la sottrazione dei codici identificativi del correntista rientrerebbe nel rischio di impresa dell’istituto di credito, che dovrebbe fronteggiare mediante l’adozione di adeguate misure di sicurezza chiamate a verificare, prima di dare corso all’operazione, se essa sia effettivamente attribuibile meno al cliente. Il Codacons Pavia dunque tutelerà i diritti della propria associata e di tutti coloro che siano incappati in vicende come quella raccontata».
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