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L'operazione è scattata stamattina
07 Ottobre 2021 - 13:22
La ex-moglie dell'amministratore unico sarebbe stata minacciata da un presunto 'ndranghetista.
Ci sarebbe anche l'ombra della malavita organizzata nell'indagine della Guardia di Finanza e dei carabinieri forestali relativa all'incendio del 2017 alla Eredi Berté di Mortara che questa mattina ha portato all'arresto di Vincenzo Bertè, 54 anni, Andrea Carlo Biani, 54 anni e Vincenzo Ascrizzi, 36 anni, con le accuse i traffico illecito di rifiuti, incendio doloso, utilizzo ed emissione di fatture false, bancarotta fraudolenta, riciclaggio ed autoriciclaggio.
Dalle 108 pagine dal Gip di Milano, Guido Salvini, emerge la testimonianza della ex-moglie di Berté che ha sostenuto di avere ricevuto minacce da un presunto 'ndranghetista, già finito in una inchiesta relativa ad una "locale" del Milanese, e legate alle presunte divergenze tra i due coniugi sulla gestione dell'impianto e delle società collegate. «Stai zitta altrimenti ti faccio fuori», le avrebbe detto. La donna ha spiegato poi agli investigatori di essere certa della natura dolosa del rogo, necessario per affrontare le difficoltà economiche dell'azienda e ideato per incassare i soldi dell'assicurazione.
Berté e Biani sono attualmente in carcere, mentre Ascrizzi è ristretto ai domiciliari.
Secondo i riscontri investigativi gli arrestati tra il 2019 ed il 2020 sono stati impegnati nell'organizzazione di una attività di esportazione illecita di rifiuti verso la Bulgaria e di una, poi non effettuata, verso il Pakistan
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