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VIGEVANO
04 Febbraio 2022 - 18:31
Filippo Incarbone, 49 anni, la vittima
Sedici anni di reclusione per i reati di omicidio volontario e distruzione di cadavere. E' la richiesta che la pubblica accusa ha avanzato questa mattina nei confronti di Gianluca Iacullo, 44 anni, vigevanese, uno dei due imputati per l'uccisione di Filippo Incarbone, 49 anni, avvenuta in un appartamento di via Buccella la notte tra il 4 ed il 5 gennaio dello scorso anno. Il corpo dell'autotrasportatore pugliese, che da anni viveva in Lomellina, era stato poi gettato nelle acque del Ticino. Il Gup di Pavia, Maria Cristina Lapi, che ha consentito il rito abbreviato, si è riservata di decidere. La prossima udienza è fissata per mercoledì.
L'udienza si è celebrata questa mattina davanti al Gup del Tribunale di Pavia
Più delicata è la posizione del secondo imputato, Michael Mangano, 32 anni, vigevanese, che deve rispondere, oltre che di quella di distruzione di cadavere, dell'accusa di omicidio volontario aggravato dai futili motivi e dalle sevizie, circostanza che, secondo la nuova normativa, gli ha impedito di avere accesso ai riti alternativi. Per lui si prospetta il processo in Corte d'Assise. Il suo legale, l'avvocato Fabio Santopietro, ha criticato fortemente la perizia necroscopica depositata nelle scorse settimane dopo oltre 9 mesi.
Il sopralluogo in via Buccella dei carabinieri del Ris di Parma: era il febbraio dello scorso anno
Filippo Incarbone, che gli amici chiamavano "Pippi" secondo i periti sarebbe morto per arresto cardiaco. Il suo cuore sarebbe stato in cattive condizioni e quella sera, hanno ammesso tutti, si era esagerato con alcol e droga. Secondo il racconto fornito da Iacullo ad ucciderlo sarebbe stato invece Mangano, che lo avrebbe percosso anche con una mazzetta da muratore. L'attrezzo è stato ritrovato ma su di esso, così come sul corpo della vittima, non sono state trovate tracce compatibili con il suo utilizzo. Il corpo del quarantanovenne autotrasportatore era stato poi gettato nel Ticino nella zona del Ramo delle Streghe dove era rimasto per più di un mese. A recuperarlo erano stati i vigili del fuoco lo stesso giorno nel quale i militari del Ris di Parma aveva effettuato i rilievi nell'appartamento di via Buccella.
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