Resta aggiornato
Cerca
L’operazione della guardia di finanza
30 Giugno 2022 - 07:46
La Guardia di Finanza di Milano ha eseguito 14 misure cautelari personali e sequestra beni per oltre 33 milioni di euro per reati fallimentari
Due indagini partite separatamente, che a un certo punto si sono incrociate, perché alcuni indagati risultavano coinvolti in entrambi i contesti criminali. La maxi-operazione del Comando provinciale della Guardia di finanza di Milano si è conclusa con l’esecuzione di 14 misure cautelari personali – emesse dai Gip presso i Tribunali di Milano e Pavia – e con il sequestro di beni per oltre 33 milioni di euro per reati societari, fallimentari, tributari, contro il patrimonio e contro l’economia.
I finanzieri della Compagnia di Corsico hanno scoperto una organizzazione criminale che aveva la base a Trezzano sul Naviglio. Attraverso l’acquisizione e la costituzione di 25 società intestate a prestanome, gli indagati avrebbe "drenato" beni e ingenti somme di denaro dai patrimoni aziendali, evitato il pagamento di imposte e contributi previdenziali, e falsificato i bilanci, facendo anche ricorso all’emissione e all’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti. La complessa indagine, effettuata dalle Fiamme Gialle delle Compagnie di Corsico e Magenta, ha colpito 11 soggetti. In totale sono 9 le misure cautelari personali eseguite (3 in carcere e 3 ai domiciliari, 2 di divieto di dimora 1 di obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria), oltre a sequestro di preventivo di 33 milioni di euro, e al sequestro di 127 automezzi.
Parallelamente, la Guardia di Finanza di Magenta, su delega della Procura di Pavia, aveva avviato un’altra indagine attenzionando 10 società che operano nell’hinterland milanese, nel settore dell’autotrasporto e del commercio di carburante. Le società, formalmente intestate a prestanome, sarebbero, in realtà, riconducibili ad alcuni membri di una famiglia di Trezzano sul Naviglio. In base alle risultanze investigative, gli indagati avrebbero distratto regolarmente beni societari e somme di denaro, evadendo le imposte attraverso l’interposizione di nuove società appositamente create e predestinate al fallimento. «La commistione tra le imprese – spiegano dalla Guardia di Finanza – era infatti tale da innescare una continuazione tra le società ormai “svuotate” e quelle neo istituite, con i relativi passaggi di disponibilità finanziarie, di personale dipendente e delle commesse. I profitti così generati sarebbero stati quindi dirottati verso le nuove società, nonché immagazzinati nelle casseforti del “gruppo”, costituite da società immobiliari».
I militari della Guardia di finanza hanno inoltre scoperto che durante la pandemia, pur percependo dall’Inps il sostegno della cassa integrazione (per un importo di 223mila euro, ora posti sotto sequestro preventivo), i dipendenti delle ditte di autotrasporto e delle pompe di benzina avevano continuato a lavorare.
L’Informatore Vigevanese - via Trento 42/b 27029 - Vigevano (PV)
Tel. 0381.69711 - informatore@ievve.com
Copyright(©) 2012-2024 Ievve S.r.l.
TUTTI I DIRITTI SONO RISERVATI. NESSUNA RIPRODUZIONE PERMESSA SENZA AUTORIZZAZIONE
Powered by Miles 33