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TRA LE PROVINCE DI MILANO E MONZA-BRIANZA
21 Luglio 2022 - 12:36
Il materiale rinvenuto in una cava di Nerviano (Milano)
Tre persone agli arresti domiciliari, una con obbligo di dimora ed una quinta con obbligo di firma. Sono i provvedimenti eseguiti questa mattina dai carabinieri forestali tra le province di Milano e Monza-Brianza; i militari hanno posto sotto sequestro beni per un valore di 16 milioni di euro. A carico di tre persone le accuse sono di associazione a delinquere finalizzata all'attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti e all'inquinamento ambientale. Per l'operazione, che conta 26 indagati, sono stati impiegati 120 unita dei carabinieri forestali della Lombardia, della Liguria, della Toscana, dell'Abruzzo e della Sicilia e dei comandi provinciali di Milano e Monza-Brianza.
I carabinieri forestali durante gli accertamenti
Il provvedimento è stato emesso dal Gip del Tribunale di Milano a seguito di una indagine dei Nuclei investigativi di polizia ambientale e agroalimentare di Milano e Lodi avviata nell'autunno di due anni fa e coordinata dalla Dda. Gli investigatori sono riusciti ad individuare una cava di estrazione di sabbia a Nerviano (Milano), già sottoposta a sequestro preventivo lo scorso novembre, utilizzata per smaltire in modo illecito considerevoli quantitativi di rifiuti terrosi e da demolizione edilizia per almeno 800 mila metri cubi, circa un milione e mezzo di tonnellate. I rifiuti provenivano da diversi cantieri non solo dell'area milanese ma anche da altre regioni. E' stato individuato un significativo illecito smaltimento di rifiuti provenienti da cantieri autostradale di Genova Est e da opere di sistemazione effettuate all'interno della centrale elettrica di Turbigo (Milano).
L'attività prevedeva anche il trattamento illegale di cavi elettrici, oltre 112.000 chili, dai quali si ricavavano grandi quantitativi di rame mediante l'abbruciamento dei materiali plastici, che produce il rilascio di sostanze inquinanti in atmosfera. Le operazioni venivano svolte di notte per evitare i controlli. Il metallo veniva poi rivenduto ad una società della provincia di Bergamo il cui titolare è stato sottoposto all'obbligo di dimora.
I carabinieri forestali hanno sequestrato delle quote delle tre società coinvolte, beni mobili ed immobili, conti correnti, contante e valori per un ammontare complessivo di 16 milioni di euro.
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