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L’operazione della Guardia di finanza
27 Ottobre 2022 - 09:28
Sono 24 le persone accusate di essere coinvolte in un traffico internazionale di sostanze stupefacenti che tocca quattro regioni italiane, con arresti eseguiti nelle province di Reggio Calabria, Catania, Messina, Vibo Valentia, Salerno, Milano e anche Pavia. L’operazione del Comando provinciale della Guardia di finanza di Reggio Calabria e del reparto speciale Scico (il servizio centrale di investigazione sulla criminalità organizzata) – coordinata Direzione Distrettuale Antimafia e diretta dal procuratore della Repubblica di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri – sta impegnando circa 200 militari delle Fiamme Gialle, che stanno eseguendo in queste ore 15 ordinanze di custodia cautelare in carcere e 9 ai domiciliari. L’indagine è lo sviluppo dell’operazione “Magma”, che nel novembre 2019 aveva portato all’esecuzione di 45 misure cautelari personali.
Il gruppo criminale aveva rapporti con diverse organizzazioni, con basi operative in Albania e Brasile, ed era in grado di far arrivare in Italia dal continente sudamericano ingenti partite di cocaina; la droga veniva stoccata in Svizzera, per poi essere trasportata in Lombardia e ceduta ai vari acquirenti, tra i quali un albanese «di particolare rilievo criminale». Per comunicare, si servivano di telefoni criptati e di cabine telefoniche pubbliche.
«L’operazione odierna avrebbe confermato la forza e la capillarità, sia su scala nazionale che internazionale, dei narcos calabresi, che continuano a porsi quali interlocutori privilegiati con le più qualificate organizzazioni mondiali, garantendo una sempre maggiore affidabilità – fanno sapere attraverso una nota dalla Guardia di finanza – La disponibilità di ingenti capitali di provenienza illecita e la spiccata capacità di gestione dei diversi segmenti e snodi del traffico hanno permesso all’organizzazione investigata, che sarebbe stata promossa e diretta da un membro di vertice del citato casato reggino, di consolidare un ruolo rilevante nel narcotraffico internazionale servendosi, tra l’altro, di preferenziali e collaudati canali di approvvigionamento esteri».
Dalle indagini, è inoltre emerso come il gruppo fosse in grado di produrre in proprio ingenti quantitativi di cannabis, occupandosi anche della sua lavorazione, dall’essiccazione al confezionamento. Avevano poi realizzato una coltivazione di marijuana in zona rurale del comune di Candidoni (RC); qui i finanzieri hanno sequestrato 1227 piante di cannabis, nonché 74 chili di droga, arrestando in flagranza di reato due dei responsabili. La compagine criminale gestiva anche una consolidata attività di smistamento dello stupefacente attraverso appositi corrieri, sempre pronti a rifornire molteplici “piazze di spaccio” e facendo da spola tra il territorio calabrese e quello siciliano; uno degli affiliati è stato arrestato mentre si stava per imbarcare per la Sicilia.
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