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La vicenda

I parenti di Christian Ikogwe bloccano la tumulazione al cimitero di Mortara. Volevano aprire la cassa. Arrivano i carabinieri

Il 25enne nigeriano è la vittima dell'omicidio avvenuto il 2 marzo alla Cascina Montericco. Ora la bara è deposta in chiesa in attesa della decisione del magistrato

Bruno Romani

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bruno.romani@ievve.com

09 Maggio 2023 - 18:43

I parenti di Christian Ikogwe bloccano la tumulazione al cimitero di Mortara. Volevano aprire la cassa per vedere la salma. Arrivano in forze i carabinieri

Il campo comune del camposanto di Mortara

La tumulazione della salma di Christian Ikogwe, 25 anni, doveva avvenire ieri pomeriggio, lunedì, nel campo comune del cimitero urbano di Mortara. Nei giorni scorsi era stata riconsegnata ai parenti (fratelli e sorelle) dalla magistratura, dopo che era stata a disposizione degli inquirenti presso l'istituto di Medicina Legale di Pavia. Nella tragica sera del 2 marzo era stato Antonio Canale, 46 anni, residente  alla cascina Montericco, a litigare violentemente con Ikogwe e suo fratello mentre stavano venendo alle mani con la madre dello stesso Canale. I problemi erano legati alla fornitura di energia elettrica nella casa dei fratelli, affittuari della famiglia Canale. Ikogwue, in seguito a quei fatti, morì nella notte in ospedale.

La chiesa del cimitero di Mortara

Tutti gli amici e i parenti di Christian, ieri pomeriggio, lunedì, intorno alle 16, si sono radunati al cimitero di Mortara. Alcuni erano provenienti dall'Emilia, i più vicini, sorella e fratello, giungevano invece da Alessandria e Asti. In totale erano una trentina di persone, convinte però che avrebbero potuto vedere la salma del congiunto prima di seppellirlo. Sono di religione cattolica, ma chiedevano, per seguire le proprie tradizioni, di vedere per l'ultima volta il congiunto morto prima di seppellirlo. Non era stato possibile all'istituto di Medicina legale di Pavia e quindi volevano che si potesse fare almeno al cimitero di Mortara. Ma il regolamento di polizia cimiteriale impedisce di aprire una bara già chiusa e sigillata. La protesta, improvvisamente, si è fatta incandescente e sono arrivati i carabinieri di Mortara, poi seguiti da altre auto delle pattuglie presenti sul territorio, in totale quattro o cinque, che sono state fatte convergere al camposanto mortarese. È stato il luogotenente Domenico Esposito, comandante della stazione di Mortara a iniziare le trattative e a calmare gli animi per evitare che la situazione degenerasse. Ci sono volute almeno tre ore, dalle 16 alle 19. Nel frattempo, però, la tumulazione è stata bloccata e la salma è stata depositata presso la chiesa del camposanto cittadino, in attesa della disposizione del magistrato che potrebbe consentire l'apertura della bara.

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