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IN SERVIZIO A VIGEVANO DAL 1997

Vigevano, in pensione il commissario capo della polizia Marco Mazzini

Oggi l'ultimo giorno di lavoro, si è occupato dei casi più importanti

Umberto Zanichelli

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umberto.zanichelli@ievve.com

31 Agosto 2023 - 17:53

Vigevano, in pensione il commissario capo della polizia Marco Mazzini

Il commissario capo Marco Mazzini (foto José Lattari)

Per ventisei anni è stato una vera colonna del commissariato di polizia di Vigevano. Oggi per il commissario capo Marco Mazzini, 60 anni, è stato l'ultimo giorno di lavoro prima della pensione. C'erano colleghi di oggi e di ieri, i rappresentanti delle altre forze dell'ordine e delle istituzioni questa mattina a festeggiarlo. Nel suo ufficio del secondo piano del commissariato di viale Libertà, proprio accanto a quello della dirigente Rossana Bozzi, sua compagna di corso nel 1994, Mazzini ha vissuto le ultime ore da poliziotto in servizio. Entrato nei vigili urbani, poi diventati polizia municipale e infine polizia locale nel 1986 («ma la prima divisa che ho indossato – racconta lui con l'ironia che lo ha sempre contraddistinto – è stata nel 1972 quella dei Boy Scouts»), Mazzini è entrato in polizia nel 1994.

Colleghi, rappresentanti delle altre forze dell'ordine e delle istituzioni hanno festeggiato oggi il commissario capo Mazzini (foto José Lattari)

Diventato ispettore, quinto del suo corso, ha scelto come destinazione Pavia dove è rimasto in servizio per tre anni, prima di approdare, nell'agosto del 1997, a Vigevano dove ha trascorso il resto della sua carriera, occupandosi praticamente di ogni aspetto del lavoro. «Inizialmente come ispettore sono stato responsabile delle Volanti – racconta – poi ho lavorato all'Anticrimine, quindi all'Uigos e dal 2018 è passato al ruolo dei funzionari», diventando il secondo più alto in grado al commissariato cittadino. In tanti gli anni di servizio si occupato di tutti i casi più importanti trattati dalla polizia.

L'ex-collega Vincenzo Battista consegna a Mazzini il gagliardetto dell'Associazione Nazionale della polizia di Stato; a sinistra il dirigente del commissariato di Vigevano Rossana Bozzi (foto José Lattari)

«La premessa è che questo commissariato ha sempre avuto una squadra di investigatori di prim'ordine – dice Mazzini – e questo è dimostrato dal fatto che tutti i casi di omicidio dei quali ci siamo occupati tranne uno, quella della giovane nigeriana Lovina Oboh, uccisa nell'aprile del 2004 nella sua casa di via Buonarroti, sono stati risolti. Poi ricordo l'operazione “Pista di fuoco”, che sempre quell'anno portò a 23 arresti per spaccio di cocaina e peculato, ma anche l'imponente lavoro sul fronte dell'ordine pubblico che realizzammo io e il collega Marco Rizzoli in occasione della visita a Vigevano di papa Benedetto XVI nell'aprile del 2007, un dispositivo che richieste l'impiego di molti uomini ma che fu messo a punto interamente dai nostri uffici».

Tutta una carriera in un quadro: è stato uno dei regali ricevuti questa mattina da Mazzini (foto José Lattari)

Tra i moltissimi casi di cui si è occupato uno ha colpito particolarmente il poliziotto. «Quello di una ragazzina giovanissima, direi meglio una bambina che era costretta a prostituirsi – racconta Mazzini – Lei fu ospitata in comunità e noi indagammo identificando i suoi sfruttatori che alla fine vennero condannati». Adesso si apre una nuova pagina dell'esistenza, senza quella divisa vestita per una vita. Alla domanda cosa farà, con il sorriso e l'ironia di sempre, la risposta è secca: «Niente...».

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