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IL PRESIDIO CONTINUA

Sairano, attivisti occupano l'allevamento: «Giù le mani dai maiali»

Hanno impedito l'abbattimento dei capi; la protesta continua ad oltranza

Umberto Zanichelli

Email:

umberto.zanichelli@ievve.com

16 Settembre 2023 - 18:15

Sairano, attivisti occupano l'allevamento: «Giù le mani dai maiali»

Gli attivisti che hanno occupato l'allevamento di Sairano

Si sono barricati all’interno del rifugio per animali “Cuori Liberi” di Sairano, nel Pavese, chiedendo la collaborazione delle autorità sanitarie per la cura degli animali contagiati dal virus della peste suina che, viceversa, avrebbero dovuto essere abbattuti. Sono un gruppo di attivisti che ha vegliato tutta la notte nel timore di una azione di sgombero da parte delle forze dell’ordine dopo che l’azienda sanitaria ha tentato, senza riuscirci, di provvedere all’abbattimento degli animali.

Il supporto è arrivato anche dalle campagne

Gli attivisti hanno confermato l’intenzione di opporsi ad oltranza sino a quando le autorità sanitarie non manifesteranno l’intenzione di collaborare. «Ieri è stata una giornata di resistenza a "Cuori liberi" – dichiarano – ed è stata vinta una piccola battaglia oltre ad essere scritta una bella pagina di lotta femminile e dal basso. Tradendo tutte le promesse fatte nel corso di dieci giorni di trattative, la Ats si è presentata alle porte del rifugio “Cuori liberi” intenzionata a uccidere tutti i maiali, malati o sani che fossero. Il presidio resistente – aggiungono - non è arretrato di un passo: abbiamo bloccato con i nostri corpi tutti gli ingressi della struttura e abbiamo impedito alle autorità di entrare abbastanza a lungo perché altri attivisti occorressero dai campi per darci supporto fisico e morale. La polizia, infatti, aveva bloccato le strade e fatto volare i droni sulle nostre teste, contandoci e controllandoci, superando in quel modo le nostre barricate. Ma dopo ore di resistenza e tensioni l'Ats ha concluso che non c'erano le condizioni per procedere e si è ritirata.

Molti attivisti hanno dormito in zona per intervenire in caso di sgombero

Questa notte – continuano gli attivisti - non potendo più fidarci delle promesse delle autorità, siamo rimasti barricati nel rifugio e molti di noi hanno dormito nelle vicinanze pronti ad accorrere in caso di sgombero. Nei prossimi giorni saremo ancora sul posto a vegliare sulla vita di maiali, che sono seguiti dai nostri veterinari e che non possono essere ammazzati dal cieco interesse. I maiali stanno bene, mangiano e non stanno soffrendo, come dimostrano i video diffusi sui canali del Rifugio e della Rete. Siamo qui – concludono - per mantenere quella promessa fatta ad ogni animale che entra in un rifugio: proteggere il loro diritto alla vita». 

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