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Lo sgombero

Al rifugio di Sairano polizia e carabinieri in forze dall'alba di oggi sgomberano gli animalisti

L'operazione per far rispettare l'ordinanza di abbattimento dei maiali emessa per contrastare la peste suina

Bruno Romani

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bruno.romani@ievve.com

20 Settembre 2023 - 11:02

Al rifugio di Sairano polizia e carabinieri in forze dall'alba di oggi sgomberano gli animalisti

La polizia a Sairano

Nel rifugio di Sairano "Santuario Cuori Liberi" dalle prime luci dell'alba di oggi, mercoledì, è stata avviata un'operazione di polizia e carabinieri per sgomberare gli animalisti che da giorni stanno presidiando il luogo al fine di impedire l'uccisione di dieci maiali.

L'abbattimento è avvenuto oggi (dopo il previsto stordimento) in seguito all’ordinanza di Ats Pavia per la prevenzione della peste suina. Non c'era stato un provvedimento di sospensiva.

Una decina di camionette e auto di carabinieri e polizia si sono presentati con militari e agenti in assetto anti-sommossa a Sirano (Zinasco) per forzare il picchetto che avevano predisposto gli animalisti ed entrare nella struttura. Sono rimasti lievemente feriti tre attivisti, soccorsi sul posto dalle ambulanze del 118.

Lo sgombero a Sirano

Gli attivisti si stavano opponendo da giorni all'abbattimento in quanto ritengono che questi maiali provengono da «contesti di maltrattamento» e sono destinati a essere uccisi solo per la scoperta di un focolaio di peste suina africana presso la struttura. Tra questi, però, - affermano gli animalisti - «alcuni mostrano sintomi lievi ma sono in buone condizioni generali di salute».

Dopo 14 giorni di presidio permanente, coordinato dalla "Rete dei santuari di animali liberi", che aveva visto la partecipazione di centinaia di attivisti provenienti da tutta Italia, i maiali sopravvissuti sono stati uccisi. 

«Avevamo dichiarato che avremmo fatto tutto il possibile per impedire questo inutile massacro - dicono oggi gli animalisti -  abbiamo resistito il più possibile anche se sapevamo di essere in minoranza. Ci siamo quindi organizzati richiamando quanta più gente possibile sia come testimoni, sia per cercare di impedire ai veterinari di entrare. Lo consideriamo un nostro preciso dovere e un atto dovuto verso degli animali che sono stati sottratti allo sfruttamento per vivere liberi e in salute e perché non possiamo permettere che questo avvenga un domani in altri rifugi, il cui status protegge e tutela gli animali ospiti. Purtroppo non sempre ciò che è considerato legale e ciò che è giusto coincidono (...). Per questo, nonostante oggi siamo stati sconfitti, continueremo a lottare per difendere i rifugi e l'idea che essi rappresentano: un'alternativa di convivenza rispetto a un sistema che uccide per profitto. La proposta di una società dove umani e non umani possano coesistere senza una graduatoria di valore e senza sfruttamento (...)».

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