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come riconoscere i contesti a rischio
24 Novembre 2023 - 09:47
Immagine di repertorio
Ogni giorno sono almeno due o tre le chiamate di aiuto che arrivano al centro antiviolenza Kore di Vigevano e Lomellina. Ma non tutte le donne hanno poi il coraggio di andare al centro per iniziare un percorso che le porti fuori dal contesto di violenza. «Solo il 10% continua, e il resto resta sommerso», spiega la presidente di Kore Nicla Spezzati. Dopo la pandemia i numeri delle donne prese in carico dal centro antiviolenza è cresciuto: sono state 167 nel 2021, 197 nel 2022, e nei primi mesi del 2023 sono state 73. «I conteggi definitivi che inviamo all’Istat vengono fatti dopo la fine dell’anno, ma possiamo dare un dato veramente allarmante: dall’estate è iniziata sistematicamente (quasi un caso a settimana) la realtà di donne in emergenza che ci arrivano da pronto soccorso, 1522 (il numero antiviolenza e stalking, ndr), forze dell’ordine e servizi sociali. Le donne hanno paura a parlare dei loro vissuti tragici e soprattutto a denunciare, perché non si fidano più e ce lo dicono apertamente quando vengono da noi. Vogliamo fare un appello alle donne per non arrivare a questi tragici eventi, come quello di Giulia Cecchettin: venite al centro prima che scoppi la tragedia, siete al sicuro, nessuno saprà nulla, sarete rassicurate. Insieme troveremo una strada in vista di un progetto, prepareremo insieme la denuncia, se vorrete denunciare, ma ricordate che avete fino a dodici mesi di tempo per farlo, e rivedere con calma, con l’aiuto delle nostre legali, gli elementi fondamentali perché la denuncia venga accolta e non archiviata».
Anche le misure a sostegno sono state potenziate: proprio martedì, in Regione, è stato presentato il nuovo protocollo con l’Ordine degli avvocati di Milano e con l’Unione Lombarda degli ordini forensi che prevede l’estensione del patrocinio gratuito a ipotesi che finora non erano previste.
COME RICONOSCERE I CONTESTI A RISCHIO
Spesso le donne che si rivolgono al centro antiviolenza sono giovani. Ecco alcuni consigli che Kore ha preparato pensando soprattutto a chi sta vivendo le prime esperienze affettive: «Quando inizia a dirvi “Tu sei mia, non potrei mai vivere senza di te!” e diventa possessivo. Quando inizia a isolarvi da famiglia, amici, colleghi con il pretesto che “Solo noi stiamo bene insieme, perché gli altri?”. Quando amabilmente, ma poi sempre più arrogantemente, vi controlla il cellulare in vista di una trasparenza amorosa per cui dobbiamo mettere tutto in comune. Quando vi umilia a parole davanti ad altri, o ai figli, e vi fa sentire in colpa perché non siete buone a nulla per un qualsiasi motivo. Quando vi chiede di rinunciare a lavoro, studi, carriera, ecc. anche se sa benissimo che non siete d’accordo. Quando vi costringe ad andare “oltre” sessualmente anche se non volete. Quando vi chiede foto o video della vostra intimità. Quando non avete accesso al conto corrente o vi lascia i soldi contati e vuole il riscontro dettagliato delle spese fatte. Quando urla o picchia i pugni sul tavolo per spaventarvi e quando vi dà il primo schiaffo e vi giura che non lo farà mai più e che siete voi che lo esasperate è il momento di parlarne. Perché siete dentro un contesto di violenza».
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