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Le indagini

Delitto della Morsella, altri due indagati. Sono la fidanzata di Massimo Rodinelli e il padre della stessa

Entrano nel fascicolo del Pm anche Francesco Guarna 65 anni di Vigevano e la figlia Maria Valentina Guarna, 31, per favoreggiamento. Gli avvocati stanno chiedendo i domiciliari sia per Antonio Rondinelli che per Claudio. Per quest’ultimo è attesa la decisione del Riesame. La confessione di Massimo

Bruno Romani

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bruno.romani@ievve.com

25 Novembre 2023 - 18:19

Delitto della Morsella, altri due indagati. Sono la fidanzata di Massimo Rodinelli e il padre della stessa

Ibrahim Mansour (nel riquadro) e i carabinieri a Cassolnovo

Le indagini sono state chiuse nei giorni scorsi dal Pm Andrea Zanoncelli, che ha consegnato gli avvisi agli avvocati. Per l’omicidio di Mohammed Ibrahim Mansour, 43 anni, egiziano, la Procura di Pavia ha però individuato, con il reato di favoreggiamento, altri due indagati. Sono Francesco Guarna, 65 anni di Vigevano e la figlia Maria Valentina Guarna, 31 anni di Gravellona, amica e fidanzata di Massimo Rodinelli, 35 anni, attualmente in carcere, così come il padre Antonio Rondinelli, 60 anni, e l’altro figlio  Claudio Rondinelli, di 39. Gli avvocati di Antonio Rondinelli, Michele Russo e Guglielmo Panucci chiedono i domiciliari per motivi di salute. Anche la legale di Claudio Rondinelli, Francesca Quarto ha portato nei giorni scorsi la richiesta di arresti domiciliari al Tribunale del Riesame ed è in attesa di risposta. Luigi D’Alessandro, 37 anni, compagno di Elisa Rondinelli (sorella di Massimo e Claudio) è ai domiciliari in una comunità. La moglie di Antonio, Carmela Calabrese, 56 anni è accusata di concorso in omicidio volontario, ma è ai domiciliari. Elisa invece è uscita di scena.

I Guarna, padre e figlia, sarebbero indagati per avere aiutato i Rondinelli ad occultare la pistola calibro 9 che avrebbe sparato. I contorni e le vicende del delitto sono stati ricostruiti. Si era scoperto il 14 gennaio il corpo carbonizzato di Ibrahim. Era a bordo della sua Audi A3 bruciata nelle campagne della frazione Morsella di Vigevano. L’omicidio - si scoprì successivamente - era avvenuto però l’11 gennaio in un capannone di Cassolnovo, di proprietà dei Rondinelli, dato in uso a Ibrahim per lavoro. Quest’ultimo fu ucciso con tre colpi sparati da due fucili e uno di pistola. Il movente - secondo la Procura - sarebbe stato insito nella volontà di Ibrahim Mansour di continuare a chiedere denaro. Ibrahim, infatti, era il padre di una bambina avuta da Daniela, la più giovane dei fratelli Rondinelli. La questione economica sarebbe stata alla base della decisione maturata da Carmela e dalla famiglia, fino al punto di ucciderlo. Nella casa di Cilavegna, abitata da Antonio e Carmela, sarebbe maturata la decisione dell'omicidio in un consiglio di famiglia. A sparare con la pistola nella sera dell’11 gennaio all'interno del capannone di Cassolnovo sarebbe stato Claudio. Ma sulla Mercedes che aveva in dotazione in quei giorni, di fatto, non sono state trovate tracce di polvere da sparo all’esame dei Ris. L’auto è stata dissequestrata e riconsegnata all’officina concessionaria che ne richiedeva la restituzione perché Claudio Rondinelli non aveva ottemperato al pagamento. Le armi del delitto non si sono mai trovate. Ha rilasciato una sue confessione Luigi D'Alessandro, confermando di avere partecipato al trasferimento del cadavere, ma non all'omicidio. Emerge dagli ultimi atti che anche Massimo avrebbe rilasciato una sua confessione a giugno, ammettendo di avere sparato. Ora gli avvocati possono presentare ulteriori memorie. Poi il sostituto procuratore chiederà il rinvio a giudizio.

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