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L'operazione

Otto persone in carcere accusate di esportazione illegale verso gli Stati Uniti del farmaco "ossicodone”

Le indagini del Nucleo investigativo dei Carabinieri di Pavia e del Nucleo Carabinieri Antisofisticazioni e Sanità di Cremona coordinate dalla Procura della Repubblica di Pavia

Bruno Romani

Email:

bruno.romani@ievve.com

14 Dicembre 2023 - 14:46

L’attività investigativa dei carabinieri era iniziata a maggio 2022 eed è stata condotta dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Pavia e dal Nucleo Carabinieri Antisofisticazioni e Sanità di Cremona, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Pavia, con il sostituto procuratore Roberto Valli. Sono stati individuate 8 persone ritenute responsabili di aver creato una rete di spaccio internazionale con gli Stati Uniti della sostanza stupefacente "ossicodone", appartenente alla famiglia degli oppioidi, ovvero farmaci usati per calmare il dolore.  Sono stati arrestati 3 italiani, 2 sudamericani e un nordafricano, residenti nella Provincia di Pavia e a Rimini. Due di loro non sono stati ancora rintracciati

Cominciarono ad essere diffusi sul mercato statunitense negli anni Novanta. In quel periodo una nota azienda farmaceutica americana cominciò a vendere l’ossicodone, sostenendo che potesse essere usato per trattare i dolori cronici senza problemi di dipendenza. Tuttavia, l’ossicodone ha ingenerato una escalation di dipendenza da almeno tre decenni, tanto da essere stato ritirato dal mercato. Tra l’aprile del 2020 e del 2021 un nuovo boom: nel giro di un anno gli americani morti per overdose sono stati oltre 100mila.

I soggetti coinvolti in provincia di Pavia  da quanto emerso dall’accurata attività d’indagine condotta dai Carabinieri, trafugavano ricettari e timbri medici da diversi ospedali (Bergamo, Lodi, Milano, Voghera, nonché dal San Matteo di Pavia), per poi falsificare le prescrizioni mediche (ricette rosse), presentandosi presso oltre 55 farmacie lombarde richiedendo il farmaco contenente appunto il principio attivo dell’ossicodone. I Carabinieri hanno analizzato circa 10 mila prescrizioni mediche accertando che oltre 500 di esse erano state oggetto di falsificazione da parte dei malviventi.

I farmacisti, quando volevano accertarsi riguardo quantità o tipologia di farmaco richiesta, in Italia poco usato se non per severe terapie del dolore, provvedevano a telefonare al numero del medico indicato in ricetta, ricevendo prontamente conferme da parte di un complice, che non era in realtà il medico curante.

Una volta accumulata una considerevole quantità di questo medicinale, all’incirca mille pastiglie, i malviventi provvedevano ad inviare un pacco, utilizzando normalmente i servizi offerti dai corrieri, verso gli Stati Uniti, prevalentemente nella zona di Boston. Sono state monitorate 21 spedizioni nel corso delle indagini. Le pastiglie, intercettate da complici nel luogo di destinazione, venivano poi smerciate al dettaglio sul mercato americano. In Italia il medicinale veniva ottenuto gratuitamente in farmacia, grazie alle false ricette presentate, per poi essere rivenduto al dettaglio come stupefacente. L'operazione fruttava alti guadagni. Ogni pastiglia da 80 milligrammi veniva venduta tra 80 e 100 dollari, ottenendo ricavi complessivi per migliaia di dollari. È stata accertata la spedizione di oltre 20.000 pastiglie negli USA, per ricavati dell’attività di spaccio che superano 1.600.000 dollari e un danno erariale per lo Stato Italiano di oltre 65.000 euro.

 I Carabinieri del Nas (Nucleo Anti Sofisticazione) di Cremona e del Nucleo Investigativo di Pavia, grazie alle attività di indagine e tecniche hanno ricostruito il modus operandi del sodalizio. Poi grazie all’incontro con gli americani dell’HSI (Homeland Security Investigations), avvenuto prima a Milano e poi a Pavia col supporto della DCSA (Direzione Centrale Servizi Antidroga del Ministero dell’Interno), alla presenza dei Carabinieri operanti e dell’Autorità giudiziaria, hanno potuto avere riscontro e conferma dell’attività criminosa che, peraltro, ha permesso anche ai colleghi statunitensi di agire nei confronti dei soggetti sul loro territorio. L’attività, che non ha precedenti in Italia, ha quindi permesso di interrompere l’attività criminale. L’operazione si è conclusa con l’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di 8 soggetti. Non è stato possibile eseguire solo due delle otto misure a causa dell’irreperibilità di due coinvolti. Le ricerche per il loro rintraccio sono in corso. All’operazione hanno preso parte circa 40 Carabinieri del Comando Provinciale di Pavia e del Nucleo Antisofisticazioni e Sanità di Cremona, con l’ausilio anche dei Carabinieri di Rimini.

 

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