Chiara esclusa dal viaggio aereo a Dublino per assistere al concerto dei Maneskin

«Vorrei fare qualcosa di utile per chi non ha voce. La vera lotta inizia adesso. Vorrei raggiungere uno scopo più grande». È questa in sintesi la battaglia che ha iniziato Chiara Sommi, ragazza paronese, disabile, che deve spostarsi con la sua carrozzina. La scorsa settimana è stata lasciata a terra da un’aereo della Ryan Air perchè il suo passeggino aveva lo schienale più alto di 10 centimetri rispetto a quanto prevede la compagnia. Lei è una grande fan dei Maneskin e avrebbe dovuto assistere al loro concerto di Dublino partendo lunedì 11 dicembre. «Era già tutto prenotato - ammette la mamma Laura Boccalini, che la doveva accompagnare - non è la prima volta che facciamo un viaggio in aereo, ma con questa compagnia mai. Chiara, per il suo tipo di disabilità ha questo presidio. Non può spostarsi senza. In aeroporto viene caricato in stiva e le compagnie dettano delle misure. Ammetto di non avere controllato quelle della Ryan, perchè in precedenza per tutte le altre andavano bene. Questa volta, però, siamo stati bloccati e rimandati a casa. Il personale non si è assunto la responsabilità di imbarcare il passeggino».

Subito dopo, però, la ragazza che ha completato gli studi prima al liceo di Mortara e poi in Università ha deciso che avrebbe voluto combattere per evitare che si ripeta quel che le è capitato e ha iniziato una raccolta di firme che ha già avuto moltissime adesioni. Parallelamente i Maneskin, avendo saputo quanto era accaduto, si sono fatti vivi con la bassista Victoria e l’hanno invitata per il concerto di Manchester (che si è tenuto martedì). Purtroppo, però, il tempo era poco per riorganizzare tutto. Sarà per la prossima volta. Chiara Sommi è una grande fan del complesso italiano che sta facendo impazzire mezzo mondo. È stata anche a Roma un anno fa. quando il gruppo si era simbolicamente “sposato”. Damiano, Victoria, Ethan e Thomas hanno sfilato per le vie della città eterna su un’auto d’epoca poi si sono recati in una location e si sono giurati “unione eterna” come se fosse un matrimonio. «Non ho potuto fare il viaggio per cui ho pagato» conclude Chiara che lavora e, lei stessa sottolinea, «guadagna» nell’azienda del padre. «Mi sono sentita umiliata». Ora, in attesa di tornare dai Maneskin quando saranno in Italia, combatte per far cambiare le misure sui voli della Ryan Air che sono semplicemente dettate da una burocrazia eccessiva e potrebbero penalizzare altri disabili, come lei.