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L'EPISODIO RISALE AL 20 SETTEMBRE
22 Dicembre 2023 - 13:13
Animalisti al rifugio "Cuori Liberi" di Sairano
Uccisione di animali non necessaria. E’ l’ipotesi di reato contenuta nella querela presentata nei giorni scorsi dal santuario pavese e dall’associazione Vita da cani, con la Rete dei Santuari di animali liberi, per i fatti avvenuti lo scorso 20 settembre al rifugio “Cuori Liberi” di Sairano. «Quel giorno la polizia, in tenuta anti sommossa, aveva fatto irruzione con la forza nel rifugio, consentendo ai veterinari di eseguire la condanna a morte dei maiali venuti a contatto con il virus della peste suina – si legge in una nota dell’associazione - e manganellando gli attivisti che tentavano di difendere gli animali. Dopo le due manifestazioni a Milano e a Roma, in cui hanno sfilato 17mila persone, e una petizione che ha raccolto oltre 70mila firme per chiedere maggiori tutele per gli animali ospiti dei santuari, gli attivisti ripartono quindi all'attacco anche sul piano legale per chiedere giustizia per Pumba, Dorothy, Carolina, Bartolomeo, Crusca, Crosta, Mercoledì, Ursula e Spino». Oltre ai veterinari che hanno operato quel giorno, le querele riguardano la direttrice del Dipartimento veterinario della Ats di Pavia, che ha firmato il provvedimento; un dirigente veterinario della Regione Lombardia ed il commissario straordinario per la peste suina.
La manifestazione che si è svolta a Milano
«Sabato scorso abbiamo depositato la denuncia per l'uccisione dei maiali del rifugio Cuori Liberi - dichiara Sara D'Angelo, portavoce della Rete dei santuari e presidente di Vita da cani - Anche se siamo ancora in attesa della sentenza del Tar della Lombardia, che si esprimerà nel merito della vicenda il 25 gennaio, abbiamo ritenuto nostro dovere querelare quelli che consideriamo i colpevoli del massacro affinché quello che è avvenuto non resti senza conseguenze per chi ha offeso. L'accusa è di uccisione di animali non necessaria. Riteniamo, infatti, che si sarebbe potuto e dovuto agire diversamente: i suini erano in buona salute, confinati all'interno della struttura con tutte le misure di sicurezza previste dalla normativa e non sarebbero mai usciti in quanto non Dpa, ovvero non destinabili per il consumo alimentare umano».
Uno dei maiali soppressi
«La denuncia - continua Sara D'Angelo, che è anche co-querelante, insieme alla proprietaria del rifugio - contiene i nomi di ogni singolo veterinario coinvolto, compresa la firmataria dell'abbattimento che non era presente quel giorno. Querelati non sono solo gli esecutori materiali ma anche coloro che riteniamo i mandanti e che a oggi occupano le cariche più importanti nella dirigenza veterinaria della Regione Lombardia e per quanto riguarda la gestione della peste suina africana. Ci sentiamo Davide davanti al gigante Golia, sappiamo che il nostro avversario è molto più grande di noi e temiamo ritorsioni se dovessero verificarsi altri focolai come quello di Sairano. Tuttavia non potevamo esimerci da una battaglia giusta, e la storia ci darà ragione, che sostiene i diritti della categoria più sfruttata e violentata della terra: gli animali. Combattiamo perché siano al sicuro e intoccabili almeno nei rifugi e perché sia riconosciuta loro dignità pari a quella umana».
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