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l’episodio all’inizio di dicembre

Il racconto in prima persona di un'anziana vittima di truffa

Vigevano: due malviventi si sono spacciati per un tecnico dell’acqua e un carabiniere. Hanno portato via preziosi per decine di migliaia di euro

Ilaria Dainesi

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ilaria.dainesi@ievve.com

26 Dicembre 2023 - 11:55

Il racconto in prima persona di una anziana vittima di truffa

Immagine di repertorio

«Voglio raccontare cosa ci è successo, perché credo possa servire a fare in modo che non ricapiti ad altre persone». Ci ha messo qualche giorno la signora, un’ottantenne residente a Vigevano, a riprendersi da quanto successo. La mattina del 5 dicembre due malviventi si sono introdotti nella sua abitazione indipendente, in una zona residenziale a pochi minuti da piazza Ducale, spacciandosi per un tecnico della rete idrica e per un carabiniere, riuscendo a portare via contanti (circa 600 euro), orologi di pregio (tra cui un Vacheron Constantin) e gioielli d’oro (alcuni anche d’epoca). Un bottino da diverse decine di migliaia di euro. «Erano più o meno le 10 – è il suo racconto, dettagliatissimo – quando ho sentito suonare al campanello. L’uomo ha detto di essere un tecnico dell’acquedotto, doveva vedere i numeri dell’acqua. Mi ha mostrato un tesserino. Gli ho aperto e siamo andati insieme in cantina. Ha cominciato a dirmi che avevano riscontrato dei valori fuori norma nella zona del Conad, che c’erano dei veleni nell’acqua per la presenza dell’amianto, e che voleva verificare la situazione in casa. Non ho avuto sospetti, mi sembrava una persona onestissima, per bene. A posteriore, abbiamo poi sentito un odore sgradevole in bagno, come di ammoniaca, che forse avevano spruzzato loro». Quel che segue è un copione già visto in molte altre truffe.

Il finto addetto chiede di aprire tutti i rubinetti, facendo fare all’anziana su e giù per i tre piani dell’abitazione. Nel frattempo il campanello suona nuovamente: fuori c’è un uomo con una divisa da carabiniere. «È stato mio marito ad andare ad aprire», specifica la signora. Il finto militare spiega all’anziano che in zona stanno facendo dei controlli per l’amianto. Una volta in casa tiene occupato il proprietario, facendogli staccare tutte le prese elettriche della casa.

«Ci hanno subito detto di mettere i telefoni nel frigorifero, perché potevano fondere. Poi ci hanno fatto mettere in una busta i gioielli e i soldi – riferisce la signora – e tutto è stato riposto in frigo. Per rassicurarci, hanno detto che erano già andati da nostro figlio, che lavora vicino a noi. Probabilmente ci hanno studiato, conoscevano diverse abitudini. Sono stati bravi a tenere me e mio marito quasi sempre in stanze diverse. Il tutto è andato avanti per circa un’ora. I due uomini parlavano sottovoce, con molta calma. Il mio orologio di valore lo tenevo al polso, l’ho sfilato davanti a loro. Mi hanno fatto togliere perfino gli orecchini coi brillanti. Gli ho spiegato che non ero in grado di sfilarmeli da sola, e allora lo ha fatto il finto tecnico. Poi mio marito a un certo punto si è innervosito perché non riusciva a sfilare una presa, e mi ha chiamata nella stanza, dicendo di avvisare nostro figlio. Quando sono tornata in cucina non c’era più nessuno. Ho aperto il frigo, la busta era sparita. Allora ho capito. Ci hanno portato via non solo oggetti di valore, ma anche i nostri ricordi. Avevo gioielli dell’Ottocento di famiglia. È stato uno shock terribile. Abbiamo poi chiamato il Commissariato, è subito arrivata la polizia. Hanno provato anche a cercare le impronte digitali, ma il finto addetto indossava i guanti in maglina».

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