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L'incontro

Codice rosso antiviolenza. A Vigevano giudici, medici, avvocati e politici

Organizzato in aula consiliare con la partecipazione del Centro Kore di Nicla Spezzati. «Basta dire "tra moglie e marito" è ora di capire che la situazione è cambiata»

Bruno Romani

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bruno.romani@ievve.com

20 Gennaio 2024 - 16:23

Codice rosso antiviolenza. A Vigevano giudici, medici e politici

I relatori

Sono dieci anni che il Centro antiviolenza istituito da Kore a Vigevano opera in questo delicatissimo settore e dalle 50 donne di cui lo sportello si è occupato nel primo anno si è passati alle 200 del 2013. Questa mattina in aula consiliare a Vigevano una tavole rotonda ha fatto il punto su un problema che è di strettissima attualità e che preoccupa quotidianamente. 

C'erano, oltre a Nicla Spezzati presidente del centro antiviolenza Kore di Vigevano, Francesca Gentilini, sostituto procuratore presso il Tribunale di Milano e Alessandra Kustermann già dirigente medico di Ostetricia e Ginecologia e del Pronto soccorso della clinica Mangiagalli del capoluogo lombardo, ma anche presidente di SVS Donna aiuta donna. È intervenuta Elena Lucchini assessore regionale alle pari opportunità, famiglia, solidarietà e disabilità, che ha portato i dati della Lombardia e quelli dei relativi finanziamenti. «Abbiamo speso circa 10milioni nel 2023 di cui 442mila in provincia di Pavia».

Il pubblico presente e le forze dell'ordine

La situazione locale è stata messa a fuoco dall’avvocato Federica Casari, collaboratrice di Kore: «Nel 2022 si sono presentate da noi 197 donne e di queste 62 hanno sporto denuncia. I dati del 2023 non sono ancora ufficiali, ma si attestano su questi numeri». È emerso nel convegno che il codice rafforzato e la flagranza differita introdotta dalla legge 168 del 2023 hanno consentito di avere maggiori e importanti strumenti a disposizione delle forze dell’ordine e della magistratura. Ma spesso le condizioni in cui matura la violenza sono difficili e complesse, nascoste dalla paura. Un grande strumento è quello dell’ammonimento del Questore che consente una maggiore protezione della donna, ma lo sguardo deve essere puntato sulla prevenzione.

Il tavolo dei relatori

È stata Nicla Spezzati a spiegare, con passione: «Qui siamo sul territorio, ma rispondiamo sempre h24 e abbiamo tre sportelli in presenza uno nella nostra sede operativa di corso Torino, altri in ospedale e in clinica, con delle operatrici». La Spezzati ha sottolineato le strade da percorrere sulla prevenzione, disabilità, minori, mediazione culturale e violenza economica. «Ecco perché è nato il progetto “Viva Vittoria”. Ma le donne sono tante e noi facciamo fatica – ha aggiunto con un tono accorato – Alle donne non può bastare un incontro». E servono anche soldi, perché molte vanno aiutate con la casa, l’affitto, la luce, il gas. E poi mancano alloggi e quando la donna è in difficoltà economica e con dei bambini piccoli da mantenere spesso rifiuta la denuncia. E nel territorio di Vigevano non ci sono centri di recupero. Ne esiste uno, ma a Pavia. «Attenzione ai campanelli d’allarme – ha sottolineato la Kustermann – che sono la violenza psicologica e possessiva, l’indifferenza, il ricatto». Ci sono poi dei comportamenti sociali che sono stati dei luoghi comuni e oggi invece vanno rivisti. «Bisogna essere sentinelle - ha detto la dottoressa Gentilini - Se ci sono urla tra i vicini di casa non bisogna più dire "tra moglie e marito..." oppure "i panni sporchi si lavano in casa". E se un bambino si presenta a scuola al mattino assonnato e  con dei lividi la cosa va subito detta». 

La minaccia di togliere i figli se la donna prosegue nella denunce. Perché spesso le denunce arrivano non solo una volta, ma due, tre e quattro. Però quasi sempre vengono ritirate dopo le pressioni che la donna riceve tra le mura domestiche. Un tema, complesso, che questa mattina è stato raccontato a Vigevano, alla presenza di avvocati, insegnanti e forze dell’ordine cittadine. Per la società il conto economico di nascondere, sottovalutare fino ad eludere gli stessi temi sul codice rosso e sulla violenza è molto grande. A moderare la tavola rotonda di oggi un’altra volontaria di Kore, l'avvocato Roberta Giacometti.

La locandina della tavola rotonda

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