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Le indagini della Guardia di finanza
06 Febbraio 2024 - 10:12
La Guardia di finanza di Pavia ha scoperto una frode Iva milionaria, durata oltre vent’anni, messa in piedi da un imprenditore settantenne che si era stabilito a Gropello Cairoli. L’uomo gestiva un patrimonio immobiliare di oltre 12 milioni di euro. Per evadere le tasse, utilizzava “società schermo” – ne aveva 28 – con sede in Svizzera, Principato di Monaco e Romania, collegate tra loro attraverso un sistema di partecipazioni e intestate a terzi. Sono state scoperte 16 persone, rappresentanti delle società, che in realtà facevano da prestanome. Al termine delle indagini, i militari delle Fiamme Gialle del Comando provinciale di Pavia hanno sequestrato 36 appartamenti a Milano e a Pavia, 12 cantine, 2 capannoni, 2 terreni edificabili, un fabbricato di 5 piani destinato ad albergo ad Alassio in provincia di Savona e un ex convento di interesse storico a Montalto Dora in provincia di Torino.
Dalle indagini è emerso che l'imprenditore stipulava compravendite fittizie su complessi immobiliari, con l'unico fine di "generare" crediti Iva in capo alle società acquirenti, poi reimpiegati per l'acquisto di ulteriori immobili, in un circolo vizioso che non destasse sospetti e arricchimenti improvvisi in capo all'imprenditore, che per anni «è riuscito a mascherare così i propri beni di fronte alle pretese di riscossione dello Stato, neutralizzando di fatto l'attività di accertamento da parte dell'Erario».
In alto, l'immobile destinato ad albergo sequestrato ad Alassio, in provincia di Savona
«L’inclinazione a delinquere del soggetto – fa sapere con una nota il Procuratore di Pavia Fabio Napoleone –, operante nel settore edile e immobiliare già dai primi anni Ottanta, e gravato da numerose condanne e denunce soprattutto in ambito fiscale, ha portato a effettuare approfonditi accertamenti sulla sua vita imprenditoriale, ricostruendo tutte le imposte evase accumulate nel corso degli anni sotto forma di debito con il fisco. I profitto dell’evasione fiscale prodotta, rappresentato dal debito ricostruito, è stato posto in correlazione con la progressiva crescita del patrimonio immobiliare riconducibile all’uomo. L’analisi così condotta ha fatto emergere l’incapienza dei redditi rispetto alle acquisizioni patrimoniali ricostruite, portando così a classificare il soggetto come evasore fiscale “seriale” e per questo ”socialmente pericoloso”, tale da giustificare nei suoi confronti l’applicazione della misura di prevenzione patrimoniale prevista nel codice antimafia».
Notizia in aggiornamento
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