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Il caso

Lavori fermi in Tribunale a Pavia per le nuove aule giudiziarie. I processi rallentano

La denuncia arriva dal presidente Guglielmo Leo e dal procuratore Fabio Napoleone

Bruno Romani

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21 Febbraio 2024 - 20:55

Lavori fermi in Tribunale a Pavia per le nuove aule giudiziarie. I processi rallentano

Il tribunale di Pavia

L’occasione è stata quella di una seduta del Consiglio giudiziario di Milano nell’aula magna del Collegio Borromeo di Pavia. Il consiglio (una emanazione del Csm) è presieduto dal presidente della Corte d’Appello di Milano Giuseppe Ondei. A Pavia, martedì, il presidente del Tribunale di Pavia Giuseppe Leo e il procuratore della Repubblica Fabio Napoleone hanno parlato al pubblico di addetti ai lavori, al prefetto, agli avvocati ma anche alle forze dell’ordine. E non ci sono stati molti giri di parole quando si è trattato di parlare degli spazi a disposizione del Tribunale. In particolare ci sono due ampie aule giudiziarie al piano terra del palazzo, indispensabili. I lavori sono già stati finanziati con 5 milioni di euro, ma il Provveditorato alle Opere Pubbliche di Milano non è in grado di seguirli. E sono fermi.

Il presidente del Tribunale Guglielmo Leo

«Ci siamo già attivati alcuni anni fa - ha spiegato il Procuratore - ci sono dei fondi a disposizione pari a 5 milioni di euro rifinanziati. E il Provveditorato alle opere pubbliche ha dato l’incarico all’azienda di iniziare i lavori in particolar modo delle aule penali per noi un’opera fondamentale. Senza le aule i processi non si possono fare. Però presi in consegna i lavori si sono fermati. E noi non abbiamo potere diretto. È il Provveditorato che dovrebbe intervenire». Ma, come ha precisato nella sua relazione conclusiva anche il presidente della Corte d’Appello, qui al nord questo ente ha una carenza di personale del 50%. Dice lo stesso Provveditorato che nelle condizioni operative in cui si trova avrebbe bisogno di ingegneri e architetti, ma con questa cronica carenza non riesce a seguire tutto. Alcune opere in parte vanno riprogettate. «Ci troviamo in una situazione di stallo - prosegue Napoleone - E in una situazione di questo tipo l’unico potere che abbiamo è quello di denuncia agli organi nostri superiori alla presidenza della corte d’appello. Abbiamo scritto al ministero tantissime volte. I risultati sono che noi non riusciamo fare processi, mentre se avessimo più aule potremmo accelerare». Uno degli esempi recenti è il processo alla rivolta del carcere di Pavia, che si è dovuto fare alla Sala dell’Annunciata. Si era parlato anche della questura che ha una sala molto grande, ma Procuratore e Presidente del Tribunale ritengono che  «la giustizia deve avere il suo luogo non può essere celebrato un processo all’interno della Questura. Sono distinzioni anche simboliche, ma vanno fatte». Il palazzo del Tribunale è antico, in parte del 1200 e in parte del Seicento. Ci sono opere da fare anche nel campo del condizionamento. In estate, dove non è ancora completato, ci sono stati dei malori.

Il procuratore Fabio Napoleone

Il presidente del Tribunale Guglielmo Leo aggiunge: «In Tribunale ci sono delle stanze chiuse perché l’impianto di raffrescamento ha avuto una perdita e ha allagato queste stanze. I dipendenti sono affastellati in altri spazi. Inoltre – conclude Leo – ci ha molto preoccupato quella che definirei una recente resa. L’estate scorsa la commissione manutenzione ha mandato una comunicazione dicendo che non ci sono uomini e mezzi per poter riprendere i lavori». Nonostante questa situazione, il funzionamento del Tribunale è incanalato su dati positivi, nonostante l’organico carente, ridotto da 133 persone a 80. Nel procedimento penale dal 2019 si è ridotto l’arretrato del 27% e i processi durano in media 233 giorni. Purtroppo, però, non esiste un’aula che possa contenere comodamente più di venti persone. E infine uno  spauracchio all’orizzonte: il processo telematico in conseguenza del quale - secondo i relatori - i processi sarebbero decuplicati.

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