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Il Processo

Omicidio della Morsella. È il momento dei testi della difesa

E emerso che Mohammed Ibrahim, la vittima, nel capannone dove viveva, deteneva delle cartucce. E che la Mercedes di Claudio Rondinelli era “pulita”

Bruno Romani

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bruno.romani@ievve.com

13 Maggio 2024 - 18:55

Omicidio della Morsella. È il momento dei testi della difesa

Mohammed Ibrahim e i Ris nei terreni di Cassolnovo

Il processo per l’omicidio di Mohammed Ibrahim Mansour, 44 anni, egiziano è ripreso questa mattina, lunedì, davanti alla Corte d’Assise presieduta dalla giudice Elena Stoppini. È stata la volta dei testi della difesa di Claudio Rondinelli. L’avvocato Francesca Quarto ha convocato l’ex compagno di Brigida, che fu l’ultima fidanzata di Ibrahim. Da lui e da un'altra teste si è appreso che il bambino di Brigida, una volta accompagnato al capannone dove viveva Ibrahim, avrebbe visto delle cartucce. Inoltre, sempre l’avvocato Quarto ha voluto che fosse analizzato l’aspetto dell’auto Mercedes che é stata in possesso di Claudio Rondinelli in quel periodo. È stato sentito l’uomo che gli ha prestato in utilizzo la vettura. «Poi restituita perché non la poteva pagare». L’auto, però, era ancora in possesso di Claudio nel momento del delitto e quando è stata sequestrata e analizzata dai Ris non si sono trovate tracce di polvere da sparo. Era "pulita". Sempre questa mattina è stata sentita l’assistente sociale del Comune di Cilavegna, che si é sempre occupata della piccola Sara, figlia di Ibrahim e dell’ultima sorella minore della famiglia Rondinelli. Ha sempre vissuto in Comunità e ultimamente in affido. Ma Ibrahim l’aveva vista, tre volte, in ambiente protetto. Il processo riprenderà il 27 maggio, per concludere l’istruttoria.

L'avvocato Francesca Quarto

La storia del delitto parte dall’auto Audi A3 trovata completamente bruciata il 14 gennaio 2023 in un luogo isolato nelle campagne della frazione Morsella di Vigevano. A bordo, carbonizzato, il corpo della vittima.  L’omicidio, però, era avvenuto la sera dell’11 gennaio in un capannone di Cassolnovo. A sparare con una pistola e due (o tre) fucili, secondo l’accusa sostenuta dal Pm Andrea Zanoncelli, Claudio Rondinelli, 40 anni e il padre Antonio, 60, imputati in questo processo. È stato già giudicato a febbraio, con rito abbreviato, Massimo Rondinelli, fratello di Claudio, reo confesso, condannato dal Gup a 19 anni di carcere.

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