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Tentato omicidio a Vigevano: il ruolo del carabiniere “negoziatore”, la mazza da muratore per sfondare la porta e le minacce di morte alla famiglia egiziana

Emergono nuovi dettagli sull’episodio avvenuto lunedì pomeriggio in via Gravellona

Ilaria Dainesi

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ilaria.dainesi@ievve.com

04 Giugno 2024 - 18:55

Tentato omicidio a Vigevano: il ruolo del carabiniere “negoziatore”, la mazza da muratore per sfondare la porta e le minacce di morte alla famiglia egiziana

(Foto di Jose Lattari)

Ha utilizzato una pistola semiautomatica da guerra, una CZ MOD 24, che deteneva illegalmente, per sparare al vicino di casa, un 56enne egiziano che con la sua famiglia vive al primo piano di un’abitazione di via Gravellona, a Vigevano. Dritan Qafa, 48enne albanese con dei precedenti, è stato poi arrestato dai carabinieri con l’accusa di tentato omicidio e di porto abusivo di armi; ora si trova all’interno della casa di reclusione di Torre del Gallo, a Pavia.

La lite sarebbe scaturita per banali questioni di vicinato. Il 48enne ha estratto la pistola e avrebbe esploso almeno due colpi, uno dei quali ha raggiunto di striscio la testa del 56enne, ferendolo superficialmente all’altezza della tempia; questione di un paio di centimetri, forse meno, e il colpo sarebbe stato con tutta probabilità mortale.

Il 56enne, ferito, è fuggito per strada, mentre l’altro lo inseguiva, sparando un altro colpo, che non l’ha raggiunto. Poi l’egiziano si è rifugiato all’interno della propria casa, chiudendosi a chiave e barricando tutte le aperture. Il 48enne però non desisteva: salito al piano superiore, ha cercato di sfondare l'ingresso utilizzando una mazza pesante da muratore, ma non è riuscito a forzare la porta blindata. Nel frattempo minacciava di uccidere l’intera famiglia. All’interno dell’appartamento c’erano anche la moglie del 56enne, i due figli e una nipote di quattro mesi; sono stati i familiari a chiamare il 112 e a chiedere aiuto.

Ad arrivare per primi in via Gravellona sono stati gli agenti del Commissariato della polizia di Stato e i carabinieri della Stazione di Vigevano e del Nor. L’area è stata delimitata e messa in sicurezza, nel frattempo il personale indossava i giubbotti antiproiettili. Il 48enne era infatti in cortile, ancora armato, e non permetteva a nessuno di avvicinarsi.

Un ruolo fondamentale è stato svolto da un militare del Nucleo Operativo della Compagnia di Vigevano, che in quel momento era fuori servizio. Un sovrintendente conosciuto da Dritan Qafa, che ha chiesto di parlare solo con lui, rifiutandosi di dialogare con chiunque altro. Il militare nel giro di pochi minuti è arrivato sul posto, riuscendo a far ragionare l’uomo, e convincendolo a deporre l’arma e a consegnarsi. Il 48enne si è infatti arreso senza ulteriori resistenze, consentendo una rapida risoluzione della vicenda.

Mentre il 56enne ferito veniva trasferito in codice giallo al San Matteo di Pavia – è stato poi dimesso in serata, con una prognosi di 21 giorni –, il personale della sezione operativa effettuava i rilievi. Sono stati trovati due bossoli e sette colpi inesplosi; un colpo era ancora inserito nel caricatore.

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